Il paesaggio utile, come ogni strategia, si nutre di programmi, di piani e di interventi progettati, notevoli solo quando sono strumenti operativi per visioni innovative, che prevedono effetti di lunga durata, cambiamenti del comportamento quotidiano, valorizzazione del patrimonio di beni comuni.
Questa sezione del sito si propone di selezionare i progetti di interesse paesistico che hanno, o almeno tentano di avere quelle caratteristiche, ed è aperto, come gli altri, ai contributi e alle segnalazioni che vorrete avanzare.
Il paesaggio, tema polisemico e complesso per definizione, arricchisce il proprio senso con una pluralità di elaborazioni e di descrizioni che mostrano le infinite potenzialità interpretative del territorio.
Qui si raccolgono gli interventi di specifico interesse progettuale, in cui le riflessioni e le rappresentazioni sono orientate al fare, a suscitare interesse per le trasformazioni fisiche o del proprio sguardo.
Le pratiche sono la parte fondamentale delle strategie operative per vivere meglio utilizzando il paesaggio. Ma non sono coordinate, non vengono documentate e comunicate in modo sistematico.
Questa sezione del sito, in forma di catalogo si vuole costituire un repertorio informativo sulle modalità gestionali e amministrative che, in molti casi virtuosi di partecipazione e di cooperazione, consentono di organizzare il territorio, i beni comuni, i servizi e le qualificazioni paesistiche, ambientali ed urbane, con costi sostenibili per l’ente pubblico e producendo convenienze e qualità della vita per i cittadini.
Dossier di iniziative ed esperimenti di volontariato o di specifici azioni pubbliche locali, inseribili nelle strategie SmartCity per gli assi Living, People, eGovernance, sinora poco esplorate, che dovrebbero accompagnare e fare da supporto sociopolitico agli aspetti Economy, Environment e Mobility nella qualificazione europea. Nel loro insieme, sinora in modo anarchico eterogeneo e non coordinato, le iniziative raccolte evidenziano il crescere diffuso di una sensibilità per l’innovazione low cost e partecipata al servizio delle problematiche degli anziani, del welfare, della scuola, dell’inclusione, della gestione del patrimonio culturale e dei beni comuni.
Con riferimento allo schema metodologico di "connecting smart city" si propone un criterio di raccolta dei temi, sinora presenti sul web in modo anarchico, eterogeneo e non coordinato.
Ogni ipotesi di salvaguardia e valorizzazione delle risorse dell'area metropolitana di Torino, condotta a tavolino e con criteri tipologici, deve essere rivista a fronte di una situazione così articolata e ricca di potenzialità quale emerge dall’indagine di dettaglio sul paesaggio percepito. Le strategie da attivare devono fare riferimento a risorse strutturali ancora soggiacenti e semmai da rivalutare, non uniformi sul territorio ma diversamente distribuite e, forse, utili per innescare processi di valorizzazione purché si tenga conto dell’estrema particolarità dei casi e addirittura del rischio, in alcuni casi, di un contrasto tra gli effetti locali e quelli di rete.
Se ci si pone nel quadro dei criteri e dei principi della Convenzione europea del paesaggio (CEP) emerge immediatamente la mancanza di paradigmi consolidati di riferimento per ricostruire le distinzioni dei paesaggi, nel merito, cioè nei contenuti di significato attribuito, soprattutto in situazioni come la periferia metropolitana. Questa difficoltà aumenta se si vuole ragionare alla scala d'area vasta, data la notoria dimensione ridotta dei paesaggi identitari per ciascuna comunità, soprattutto dove, come in Italia, il paesaggio è riccamente caratterizzato a livello locale.
Il territorio intorno a Torino offre un paesaggio di transizione, che solo in pochi casi va assumendo quella facies semistabile con cui la grande periferia metropolitana normalmente si distingue, nell'immagine collettiva, sia dalla città che dalla campagna. La tesi che percorre questo contributo è che nella percezione collettiva la "periferia" di Torino non esista come entità autonoma distinta dalla “città” e dalla “campagna”, ma che il rapporto strutturale tra città e campagna, pur in trasformazione e talvolta in dialettica, quasi ovunque permanga nella identità delle sue parti, indipendenti e diverse caso per caso.
The title evokes a cordinated set of programmes, plans and projects developed since 1987 in order to preserve and enhance the Po river and floodplains, as a basic resource for the regional social and economic sustainable development. It includes he first proposal of “Progetto Po” by IRES (Istituto Ricerche Economiche e Sociali, 1989), the “Progetto Territoriale Operativo” by Regione Piemonte (PTO, 1995), the “Piano d’area” of the Po river regional Park (PdA, 1995), referring to the whole fluvial strip in Piedmont. The set also contains some projects for specific critical areas, relevant for the requalification and transformation of the river strip.
L’idea alla base del progetto si basa sulla esigenza di porre in rete le aree protette regionali per innovare la politica della tutela secondo la visione che caratterizza la strategia della rete ecologica pan-europea per la diversità biologica e dei paesaggi. La novità del progetto Corona Verde sta in questa integrazione e cooperazione di enti e strutture di gestione del territorio, in grado di dar corpo ad una nuova politica in grado di superare i limiti, ormai acclarati, delle politiche tradizionali.
Oggi il tema del fiume e dei suoi rapporti con l’architettura, intesa come del costruito e del paesaggio plasmato, è oggetto di un forte interesse, in una stagione nella quale il “progetto” non viene più inteso limitatamente all’oggetto costruito ma bensì a porzioni di paesaggio e quindi anche ad ambiti di intervento di natura non puntuale ma “estesa al contorno”. Proprio i territori dei fiumi, prima relegati all’abbandono e usati come retrobottega, ci offrono una palestra ed una così stimolante realtà di intervento tale da essere esaminata e analizzata in tutti i suoi possibili spunti, pratici e teorici.
Il tema urbano nel territorio italiano, ed il suo intreccio con le aree protette, è oggi una realtà diffusa che interessa le più vaste aree metropolitane, i medi centri abitati, dalle aree di pianura a quelle costiere. I parchi rappresentano certamente, nell'esperienza di chi opera nel settore, elementi portatori del concetto orientatore della qualità ambientale del territorio, della necessità di inserire nelle questioni urbane gli assetti naturali del territorio (geologici, morfologici, vegetazionali, faunistici, pedologici); le aree urbane paiono invece portatrici di un approccio progettuale al territorio, e di una visione e concezione architettonica dell’ambiente.
Nel quadro delle attività connesse al Piano strategico, strumento realizzato nel contesto metropolitano torinese ed oggi gestito dall’Associazione Torino Internazionale, della quale il Parco regionale del Po torinese è membro, sono stati attivati una serie di tavoli di confronto nell’ambito della linea strategica n. 6 “Migliorare la qualità urbana: l’innovazione ambientale e lo sviluppo sostenibile”. Il tema dello spazio rurale costituisce il tassello cardine fondamentale e su di esso si presentano le prime considerazioni base dalle quali il tavolo è partito per la costruzione delle azioni da inserire nel prossimo Piano strategico.