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La parte strategica di iniziative di pubblico interesse, con ricadute durevoli e su aree vaste, spesso riproponibili in altri contesti più per il metodo, la sostenibilità operativa, e il riferimento a valori comuni che per lo specifico tema affrontato. 

In particolare sono interessanti le iniziative di integrazione tra i valori naturalistici e quelli culturali, tra gli aspetti funzionali e infrastrutturali del territorio e quelli di valorizzazione del patrimonio, in contesti difficili per la congestione urbanizzativa delle aree metropolitane e viceversa per la rarefazione delle potenzialità di sviluppo locale delle aree rurali marginali.  

Nel quadro delle attività connesse al Piano strategico, strumento realizzato nel contesto metropolitano torinese ed oggi gestito dall’Associazione Torino Internazionale, della quale il Parco regionale del Po torinese è membro, sono stati attivati una serie di tavoli di confronto nell’ambito della linea strategica n. 6 “Migliorare la qualità urbana: l’innovazione ambientale e lo sviluppo sostenibile”. Il tema dello spazio rurale costituisce il tassello cardine fondamentale e su di esso si presentano le prime considerazioni base dalle quali il tavolo è partito per la costruzione delle azioni da inserire nel prossimo Piano strategico.

L’idea alla base del progetto si basa sulla esigenza di porre in rete le aree protette regionali per innovare la politica della tutela secondo la visione che caratterizza la strategia della rete ecologica pan-europea per la diversità biologica e dei paesaggi. La novità del progetto Corona Verde sta in questa integrazione e cooperazione di enti e strutture di gestione del territorio, in grado di dar corpo ad una nuova politica in grado di superare i limiti, ormai acclarati, delle politiche tradizionali.

1. Convergenze - un quadro di riferimento per l’integrazione delle politiche per la conservazione della natura con quelle per la tutela e la valorizzazione del paesaggio. 2. Principi e valori - l’evoluzione del principio di conservazione, dilatato nei suoi significati (la conservazione come luogo dell’innovazione) e nel suo campo d’applicazione. 3. Nuovi paradigmi - I nuovi paradigmi per le “aree naturali protette” proposti dall’Unione Mondiale della Natura. 4. Relazioni e reti - I nuovi paradigmi spostano l’attenzione dagli oggetti alle reti di relazioni dinamiche ed evolutive. 5. Interpretazioni e progetti di territorio - Una nuova idea di territorio che mette al centro il rapporto uomo/natura implica nuove rappresentazioni, e viceversa. 6. Pianificazione e politiche di governo - Il luogo privilegiato per integrare le diverse intenzioni di cambiamento è il progetto di territorio: un progetto collettivo che vada oltre la sommatoria incoerente di singoli atti amministrativi, mettendo in rete le diverse azioni pubbliche e private volte a raggiungere gli obiettivi strategici condivisi e mettendone “in scena” le implicazioni paesistiche.

Ogni ipotesi di salvaguardia e valorizzazione delle risorse dell'area metropolitana di Torino, condotta a tavolino e con criteri tipologici, deve essere rivista a fronte di una situazione così articolata e ricca di potenzialità quale emerge dall’indagine di dettaglio sul paesaggio percepito. Le strategie da attivare devono fare riferimento a risorse strutturali ancora soggiacenti e semmai da rivalutare, non uniformi sul territorio ma diversamente distribuite e, forse, utili per innescare processi di valorizzazione purché si tenga conto dell’estrema particolarità dei casi e addirittura del rischio, in alcuni casi, di un contrasto tra gli effetti locali e quelli di rete.

 

Il documento mette a confronto, sulla base di dati appositamente elaborati e integrati con interviste a testimoni privilegiati, l’offerta di risorse del territorio nella fascia del Po dei Re con le tipologie di domanda che risultano dall’osservazione diretta. Si tratta di un primo screening dei dati utili per una riflessione sulle strategie da adottare per inserire anche il tratto “urbano” del fiume (anzi, dei fiumi) e della Collina di Torino entro il programma generale di valorizzazione dell’intera asta del Po torinese, iniziato con l’adozione del marchio “confluenze Nord-ovest” e con la redazione del Masterplan del Po dei Laghi.