Landscapefor Doc: una raccolta ordinata di materiali utili per il paesaggio attivo

  • interpretazioni e studi sui temi teorici di maggior rilievo: la multidisciplinarità.
    il rapporto con il tempo, il segno nel paesaggio

  • indagini, piani e progetti per conoscere le tecniche e le problematiche
    della rappresentazione e dell’intervento utili

  • un repertorio di pratiche di gestione e partecipazione del paesaggio attivo
    nei contesti naturali, rurali ed urbani

  • un catalogo aperto di organizzazioni smart per i servizi territoriali e paesistici
    (trasporti, alimentazione, turismo, infanzia, tempo libero)

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  • interpretazioni e studi sui temi teorici di maggior rilievo: la multidisciplinarità.
    il rapporto con il tempo, il segno nel paesaggio

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  • interpretazioni, indagini, studi, piani e progetti utili per qualificare il paesaggio
  • un repertorio di pratiche del paesaggio attivo nei contesti naturali, rurali ed urbani
  • un catalogo aperto di organizzazioni smart per i servizi territoriali e paesistici (trasporti, alimentazione, turismo, infanzia, tempo libero)
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Il paesaggio: da testo ad ipertesto, nel caos, leggere testi a struttura non lineare, ipertesti e paesaggio: alcune analogie, l’ipotesi post-strutturalista: molteplicità e infinita ricentrabilità, l’ipotesi “nomadica”: l’attribuzione di senso come navigazione, il disorientamento nell’iperspazio, un’ipotesi pragmatica: ipertesti per la rappresentazione della conoscenza, la metafora dell’ipertesto: un punto di partenza.
Il est des notions qui prennent, dans le champ social, à notre insu le plus souvent et plutôt progressivement que brusquement, une importance considérable alors qu’auparavant elles étaient confinées dans une région bien délimitée du savoir. Le paysage est l’une de ces notions, comparable en cela à l’éthique, dont l’utilisation…
Il paesaggio culturale, il paesaggio cognitivamente perfetto della Geo-grafia, il paesaggio narrativo a valenza estetica, la sfida dell’ineffabile, per una semiotica del paesaggio narrativo-estetico, il paesaggio mitico, la polisemia come valore.

Nel quadro delle attività connesse al Piano strategico, strumento realizzato nel contesto metropolitano torinese ed oggi gestito dall’Associazione Torino Internazionale, della quale il Parco regionale del Po torinese è membro, sono stati attivati una serie di tavoli di confronto nell’ambito della linea strategica n. 6 “Migliorare la qualità urbana: l’innovazione ambientale e lo sviluppo sostenibile”. Il tema dello spazio rurale costituisce il tassello cardine fondamentale e su di esso si presentano le prime considerazioni base dalle quali il tavolo è partito per la costruzione delle azioni da inserire nel prossimo Piano strategico.

[Capitolo 5 della mostra Per il paesaggio|For Landscape]

In un mondo ideale, di competenze integrate, il racconto del paesaggio è materia prima per le scelte progettuali.
Nel mondo ideale l’architetto (o l’ingegnere, o il geometra) è consapevole di partecipare all’evoluzione di un sito complesso, denso di significati preesistenti. Sa che il suo intervento verrà metabolizzato nel sito e verrà valutato per il suo contributo al valore complessivo del luogo, che il progetto sarà buono in quanto utile per il paesaggio a cui partecipa. Sa che il giudizio verrà a partire dai siti dello spazio pubblico, che sono il teatro identitario di chi usa la città, e dalle strade di transito, che sono i palchi del teatro di chi guarda il territorio aperto.

[Capitolo 4 della mostra Per il paesaggio|For Landscape]

L’indagine sui luoghi, condotta con criteri di ricerca scientifica, di analisi e di successiva sintesi, non basta a riprodurre il quadro informativo e valutativo che si adotta ogni giorno nel senso comune del paesaggio.
Il sentire diffuso fa tesoro di un altro tipo di informazioni, che derivano da relazioni metaforiche, da connessioni semantiche non insite nelle cose ma nello sguardo, nella cultura, nella memoria e nella sensibilità di chi guarda le cose.  E certi modi di vedere sono illuminanti: rivelano un fil rouge che tiene insieme e dà un senso complessivo all’intero percorso di esplorazione di un luogo.

[Capitolo 3 della mostra Per il paesaggio|For Landscape]

La complessità delle interazioni, che quotidianamente cambiano l’assetto delle relazioni territoriali e conseguentemente modificano il paesaggio, è difficile da rappresentare in modo semplice ed esaustivo. Ma l’accelerazione impressa nel nostro tempo da potenti processi trasformativi impedisce di trascurare il dato: il senso del paesaggio e la materia stessa del paesaggio sono dinamici e la percezione di questo mutamento è parte fondamentale del senso comune del paesaggio contemporaneo.
Se nell’evo rurale queste dinamiche sono state così lente da alimentare la sensazione di una stabilità del paesaggio, oggi l’abitante metropolitano considera il paesaggio una variabile che si modifica con ritmi più veloci dei suoi, e di esso apprezza (o soffre) in primo luogo proprio i cambiamenti.

[Capitolo 2 della mostra Per il paesaggio|For Landscape]

Il senso comune del paesaggio non fa riferimento tanto agli aspetti strutturali e di grande scala quanto a quelli specifici, caratterizzanti ogni parte del territorio. E’ alla scala locale che si forma il senso di identità, come sottolinea sin dalla definizione di paesaggio la Convenzione europea. L’indagine sull’identità locale, cuore del senso del paesaggio, richiede un dettaglio che consenta di confrontare i dati oggettuali con quelli percettivi e quindi deve tener conto delle differenze e delle particolarità che vengono registrate soggettivamente, costituendosi il senso di identità dei luoghi a seconda dei punti di vista e del tipo di attenzione che si pone nello sguardo.

[Capitolo 1 della mostra Per il paesaggio|For Landscape]

Il paesaggio è una modalità di lettura estesa all’intero territorio la cui complessità induce sempre in tentazione: spingere il dettaglio analitico al massimo, fino al punto, sognava Borges, da richiedere per la riproduzione una carta in scala 1:1, che si stenderebbe come una coperta sul territorio stesso.Se invece riusciamo a reagire alla perversione descrittiva, per comprendere la complessità, siamo sempre indotti ad assumere un atteggiamento riduttivo: semplificare, togliere gli accidenti e quanto non ci pare significativo. Ma per comprendere, cioè prendere insieme, dobbiamo leggere le relazioni tra le parti, fino a scoprire le reti generali che tengono tutto collegato.

Il piano nega l’abbandono - L’abbandono nel vocabolario del politico territoriale - Lo sviluppo locale: promoveatur ut amoveatur? - Difficile riaccendere i motori - L’abbandono come fase organica del processo territoriale - Studiare l’indotto dai processi di abbandono - Dal racconto al governo dell’abbandono - L’abbandono agente per l’economia, l’abbandono…
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