[Capitolo 4 della mostra Per il paesaggio|For Landscape] [Capitolo 1] [Capitolo 2] [Capitolo 3] [Capitolo 4] [Capitolo 5]
L’indagine sui luoghi, condotta con criteri di ricerca scientifica, di analisi e di successiva sintesi, non basta a riprodurre il quadro informativo e valutativo che si adotta ogni giorno nel senso comune del paesaggio. Il sentire diffuso fa tesoro di un altro tipo di informazioni, che derivano da relazioni metaforiche, da connessioni semantiche non insite nelle cose ma nello sguardo, nella cultura, nella memoria e nella sensibilità di chi guarda le cose. E certi modi di vedere sono illuminanti: rivelano un fil rouge che tiene insieme e dà un senso complessivo all’intero percorso di esplorazione di un luogo. E’ lo stile di un luogo, che viene rinvenuto (o inventato?) da chi raccoglie in uno una quantità di impressioni diverse, e che, per essere descritto, richiede un’impresa espressiva: storicamente hanno tentato con un dipinto, ma ciascuno di noi ha provato anche con un racconto, una foto, una scena di film. Solo pochi di noi riescono nell’impresa di riprodurre soddisfacentemente lo stile dei luoghi, i più lo colgono attraverso le riproduzioni che fanno altri: gli artisti. Ma comunque il senso del paesaggio si satura solo se riusciamo ad assegnare ogni parte ad una appartenenza metaforica, a descriverla retoricamente, a paragonarla ad altro, anche grazie alle vie tracciate dagli artisti. Solo allora quel paesaggio entra nella nostra personale memoria e diventa materiale dell’immaginazione, come sa bene chi cura l’immagine di una località per il marketing turistico. Nel tentativo di completare la descrizione del senso dei luoghi alcune indagini sul paesaggio cercano di riprodurre lo stile più diffusamente percepito, o almeno ipotizzano metafore significative, riscontrandole poi in interviste e nelle pratiche stesse dei visitatori e degli abitanti. La descrizione delle metafore adottate per raccontare lo stile dei luoghi è già, in sè, parte dell’impresa espressiva: non si possono adottare tecniche asettiche di disegno o di scrittura. Ogni volta necessita una sperimentazione: nella grafica della cartografia, nella definizione delle legende, nella narrazione dell’avventura percettiva. Il comune denominatore che accompagna questa tecnica di indagine è l’obiettivo strategico: cogliere fattori essenziali ma immateriali del giudizio di valore sul paesaggio, quelli che lo fanno apprezzare per il suo stile. A partire da questo riconoscimento si possono definire indirizzi virtuosi di comportamento, da adottare nei piani e nei progetti: dare spazio e tempo alle relazioni qualificanti che sono state scoperte nel racconto dello stile dei luoghi. |
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