Il paesaggio è una modalità di lettura estesa all’intero territorio la cui complessità induce sempre in tentazione: spingere il dettaglio analitico al massimo, fino al punto, sognava Borges, da richiedere per la riproduzione una carta in scala 1:1, che si stenderebbe come una coperta sul territorio stesso. Se invece riusciamo a reagire alla perversione descrittiva, per comprendere la complessità, siamo sempre indotti ad assumere un atteggiamento riduttivo: semplificare, togliere gli accidenti e quanto non ci pare significativo. Ma per comprendere, cioè prendere insieme, dobbiamo leggere le relazioni tra le parti, fino a scoprire le reti generali che tengono tutto collegato. Dunque ridurre sì ma, come in cucina, mantenendo la sostanza. E la sostanza, nella ricerca, sono le regole costitutive, le relazioni strutturali, la grammatica e la sintassi della loro comunicazione. Con questo atteggiamento, di riduzione sostanziosa, si approccia un’indagine sul paesaggio per il progetto: in prima istanza ricercare in diverse direzioni, adottare una pluralità di criteri interdisciplinari per l’interpretazione, ma tendere comunque a recuperare una sintesi utile, una modalità di orientamento nella complessità, che superi la giustapposizione semplice di cento risultati di analisi, tematiche e separate.Le relazioni tra le parti si scoprono a partire da ipotesi sperimentali, che superano i confini del sapere tematico e separato: nella pratica si devono ricercare le ricorrenze sul territorio di relazioni che già si ipotizzano importanti a priori, e si devono provare e riprovare diverse legende prima di arrivare a carte significative di sintesi. Così per il paesaggio la ricerca e la sua rappresentazione cartografica costituiscono i pioli alternati di una scala: non si può procedere con un’ipotesi di sintesi strutturale se non si riescono a leggere nel loro insieme e localizzati ifenomeni e le situazioni che la costituiscono. Le prove di sintesi si indirizzano sia nella direzione scivolosa ma affascinante del confronto tra dati oggettuali e risultati della percezione soggettiva, o tra senso del paesaggio degli abitanti e sua rappresentazione per i turisti, sia nel riconoscimento della sintassi delle forme geomorfologiche o storiche che costituiscono le caratterizzazioni basilari di ciascuna parte del territorio. Uno specifico approfondimento metodologico richiede la ricostruzione degli aspetti strutturali del paesaggio. In prima istanza l’ipotesi principale riconosce come strutture, fondanti e durature, non tanto gli aspetti oggettuali quanto le loro relazioni, prevalentemente immateriali, e distingue tra le relazioni strutturali del paesaggio naturale (primario), quelle del paesaggio storico (secondario) e quelle del paesaggio identitario (terziario, con un uso della sequenza ordinale a significare che ciascun sistema di relazioni si appoggia ai fattori e ai segni di quelle precedenti).
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