Indice
- Copertina
- L’Appennino come paesaggio unitario non esiste
- L’Appennino rappresenta la Montagna
- La Montagna componente del paesaggio peninsulare
- L’Appennino barriera e transito
- La montagna “interna”
- Il senso del paesaggio come collage
- Tipi di paesaggio della montagna “da dentro”
- Reti di paesaggi e fruitori locali
- Chiavi per una interpretazione generale
- Interpretazioni per il progetto
Reti di paesaggi e fruitori locali
Quelli sopra accennati sono tutti caratteri che suggeriscono la potenza di un patrimonio di valori, rari ma fragilissimi rispetto al consumo dovuto alle pressioni antropiche: non solo si attenuano per chi abita in siti omologati e privati del rapporto quotidiano con il paesaggio eterogeneo e complesso della montagna, ma si perdono irrimediabilmente se la loro diversità è ricercata da troppi.
Se si studiasse la 'portanza' [1] del paesaggio appenninico, che probabilmente è discretamente alta per la naturalità e i carichi antropici oggettivi, potrebbe risultare molto bassa per i valori più intensi e differenti del paesaggio vissuto e del suo 'senso identitario', come sopra accennato. Ciò dovrebbe risultare relativamente inverso a quanto accade per paesaggi delle coste e della montagna alpina, in cui è talora riscontrata una 'portanza' ai limiti della criticità per gli aspetti ecologico ambientali, ma che appaiono tuttavia più forti e leggibili (e relativamente più disponibili a fruizioni di massa) quanto a caratteri propri del paesaggio.
In ogni caso si delinea un'ipotesi di fondo con un duplice scenario:
- da una parte il fruitore caratterizzante l'Appennino è quello che viene dalla città ed è interessato alle situazioni specifiche e rare del paesaggio abbozzate al p.7, al punto da rischiare di metterne in crisi i valori stessi che rendono tali situazioni rare e interessanti;
- dall'altra parte si situano gli altri modelli di fruizione, che sono quantitativamente dominanti (quelli degli abitanti o dei turisti a cui non interessano le caratteristiche specifiche), per i quali l'Appennino rischia di essere considerato solo un territorio di serie B: una montagna di serie B in confronto alle Alpi, con laghi di serie B in confronto a quelli prealpini, selvaggitudine e selvaggina di serie B in confronto alle riserve slave, cultura e paesaggi culturali di serie B in confronto alla collina Toscana, al Veneto o alla Puglia.
Per questa seconda classe di fruitori il più forte senso del paesaggio è semmai quello identitario, relativo quindi ad un riconoscimento di proprietà culturale del territorio che comunque non è mai riferito all'Appennino nel suo insieme, ma si distribuisce in decine di ambiti paesistici, stando dalla constatazione di comportamenti collettivi rilevabili. Tali ambiti non sono del tutto sconnessi dalle regionalizzazioni paesistiche condotte sulla base dei dati della geografia fisica o storica, schedati in allegato, ma anzi, da una verifica sommaria risulta una discreta coerenza tra unità di paesaggio 'fisico' e ambiti del paesaggio 'culturale' (o loro accorpamenti, essendo quasi sempre i paesaggi identitari di comunità locali di dimensioni più ridotte rispetto a quelli identificati nella macrosegmentazione del paesaggio fisico).
[1] Con 'portanza del pesaggio' si consideri la capacità delle sue componenti a reggere la fruizione di visitatori (di cui vanno valutati i termini quali-quantitativi) senza perdere le caratteristiche strutturali che lo rendono attrattivo.