In questa sezione gli esiti dell' esperienza del Laboratorio di Pianificazione Territoriale e Paesaggistica del Politecnico di Torino, a.a. 2009-2010., dal titolo PROGETTARE LA CORONA VERDE.
Una sintesi dei piani e progetti degli studenti, che hanno interessato sette ambiti fluviali e i relativi contesti.
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I temi di piano e di progetto di Corona Verde sono connessi alla valorizzazione delle fasce fluviali e collinari e degli altri contesti di valore naturalistico, alla individuazione di greenway di connessione ambientale e fruitiva, alla soluzione puntuale di nodi critici per la compresenza di beni e bordi urbani o assi infrastrutturali alle porte degli insediamenti.
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Le aree interessate dai progetti del Laboratorio
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L’Amministrazione regionale piemontese, nell’agosto 2009, ha avviato la fase attuativa del progetto Corona Verde, destinando 10 milioni di euro ex POR FESR 2007/2013 agli interventi pubblici attuativi dello Schema direttore.
Per la gestione di tale fase è stata istituita una Cabina di Regia per una partecipazione integrata all’organizzazione delle strategie di intervento. Alla Cabina di Regia partecipano, oltre alle direzioni Ambiente e Urbanistica della Regione, la Provincia di Torino, i comuni capofila dei 6 ambiti in cui CV è stata suddivisa (Venaria, Settimo, Chieri, Nichelino, Rivoli, oltre a Torino).
Il Progetto Strategico Corona Verde è stato avviato nel 1997 dalla Regione Piemonte per fornire una proposta organica di qualificazione territoriale dell’area metropolitana di Torino. Il focus di tale proposta è la valorizzazione dei luoghi e dai sistemi di spazi aperti, di qualità paesistica ed ecologica che ancora caratterizzano il contesto insediato.
Per l'indagine sul paesaggio di Corona Verde è stata compiuta una rilevazione diretta sugli spazi aperti, escludendo le aree urbanizzate. Nell’indagine si sono individuati ambiti, per i quali sono stati applicati criteri di valutazione innovativi, in quanto del tutto riferiti alla percezione e non a valori materiali insiti nel territorio.
Per l'indagine sul paesaggio di Corona Verde è stata compiuta una rilevazione diretta sugli spazi aperti, escludendo le aree urbanizzate.[1]
Ogni ipotesi di salvaguardia e valorizzazione delle risorse dell'area metropolitana di Torino, condotta a tavolino e con criteri tipologici, deve essere rivista a fronte di una situazione così articolata e ricca di potenzialità quale emerge dall’indagine di dettaglio sul paesaggio percepito. Le strategie da attivare devono fare riferimento a risorse strutturali ancora soggiacenti e semmai da rivalutare, non uniformi sul territorio ma diversamente distribuite e, forse, utili per innescare processi di valorizzazione purché si tenga conto dell’estrema particolarità dei casi e addirittura del rischio, in alcuni casi, di un contrasto tra gli effetti locali e quelli di rete.
Se ci si pone nel quadro dei criteri e dei principi della Convenzione europea del paesaggio (CEP) emerge immediatamente la mancanza di paradigmi consolidati di riferimento per ricostruire le distinzioni dei paesaggi, nel merito, cioè nei contenuti di significato attribuito, soprattutto in situazioni come la periferia metropolitana. Questa difficoltà aumenta se si vuole ragionare alla scala d'area vasta, data la notoria dimensione ridotta dei paesaggi identitari per ciascuna comunità, soprattutto dove, come in Italia, il paesaggio è riccamente caratterizzato a livello locale.
Il territorio intorno a Torino offre un paesaggio di transizione, che solo in pochi casi va assumendo quella facies semistabile con cui la grande periferia metropolitana normalmente si distingue, nell'immagine collettiva, sia dalla città che dalla campagna. La tesi che percorre questo contributo è che nella percezione collettiva la "periferia" di Torino non esista come entità autonoma distinta dalla “città” e dalla “campagna”, ma che il rapporto strutturale tra città e campagna, pur in trasformazione e talvolta in dialettica, quasi ovunque permanga nella identità delle sue parti, indipendenti e diverse caso per caso.
L’idea alla base del progetto si basa sulla esigenza di porre in rete le aree protette regionali per innovare la politica della tutela secondo la visione che caratterizza la strategia della rete ecologica pan-europea per la diversità biologica e dei paesaggi. La novità del progetto Corona Verde sta in questa integrazione e cooperazione di enti e strutture di gestione del territorio, in grado di dar corpo ad una nuova politica in grado di superare i limiti, ormai acclarati, delle politiche tradizionali.