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Dalle aree “agricole” allo “spazio rurale”: prime proposte per la costruzione di un progetto per una identità del “periurbano”.
Le componenti dello spazio periurbano cosiddetto “agricolo”, sono in realtà molteplici e devono ricondurci ad un insieme di componenti più complesso, nel quale compaiono:
- I suoli agricoli
- Il soprassuolo forestale sia nel contesto collinare che planiziale
- Il patrimonio zootecnico ed animale degli allevamenti
- Il sistema delle acque, canali, pozzi e rogge.
- Il sistema dei percorsi e dei tracciati di percorrenza dei fondi agricoli
- Il patrimonio architettonico delle cascine e degli edifici e costruzioni rurali in senso lato ed esteso
Di tali elementi sono noti diversi aspetti anche se un quadro di conoscenze completo ed integrato ad oggi non è dato avere.
Un lavoro in tale senso è possibile partendo dai vari elementi che si sono sviluppati proprio n questi ultimi anni e che si possono condurre alle seguenti analisi:
- I suoli agricoli: indagine sull’uso dei suoli di IPLA e ricerche pubblicate nell’ambito dello Studio di fattibilità Corona Verde.
- Il soprassuolo forestale: piani e studi condotti da IPLA.
- Il patrimonio zootecnico ed animale degli allevamenti: paini e rilevamenti condotti dalle Associazioni di categoria e dalla Regione Piemonte.
- Il sistema delle acque: studio condotto per contro dell’Autorità di Bacino del Fiume Po nell’ambito del “Progetto speciale - Acque Metropolitane torinesi.
- Il sistema dei percorsi: ricerche pubblicate nell’ambito dello Studio di fattibilità Corona Verde e di varie amministrazioni locali, provinciali e regionali
- Il patrimonio architettonico delle cascine e degli edifici e costruzioni rurali in senso lato ed esteso: studi condotti e pubblicati dalla Città di Torino e da vari studiosi come il prof. Mauro Silvio Ainardi.
Ma lo spazio rurale non deve essere solamente inteso in quanto oggetto: anche la dimensione soggettiva, socioeconomica deve essere recuperata e posta al pari livello di riconoscibilità di quella oggettiva
Se pensiamo alle aree agricole periurbane ed alla città non dobbiamo solo fermarci quindi a pensare al loro aspetto come oggetti territoriali, come spazi “di per se”. Questi due mondi sono sedi di due culture diverse di due modelli economici diversi.
Oggi la città ha conquistato la campagna periurbana, “occupandola” e eliminando da essa il modello culturale-economico, allontanando le economie che costituivano il fondamento del paesaggio rurale.
Si prefigura allora uno scontro di culture che non si deve ridurre ad uno scontro su modelli urbanistici diversi. Come pensare allora ad un cuore/motore per una realtà periurbana diversa che regoli, con una informazione regolatrice, l’espansione della città?
Il periurbano può rappresentare, in un nuovo scenario che si può tentare di costruire, un nuovo spazio territoriale e “culturale” nel quale immaginare una operazione che miri non solo o tanto al suo recupero ma anche alla sua “reinvenzione”, attualizzando gli elementi della memoria in un contesto attualizzato.
Vi può essere, quindi e ad esempi, una nuova cultura migrante dalla città che si saldi con le sopravvivenze locali per la nascita di una nuova immagine, che in quel paesaggio semini idee di sviluppo che lo renda con significato ed in cui ci si riconosca come luogo di valore e del quale gli abitanti della città sentano il bisogno concreto.
Luoghi che divengano il giardino/laboratorio, un “iperpaesaggio” rispetto al quale costruire relazioni fra città e periurbano che lo renda luogo risorsa.
La sostenibilità ambientale si misura in questo virtuosismo che nel contesto dello spazio rurale può crescere sviluppando in esso funzioni territoriali delle quali la città deve in realtà servirsi.
Questo modello deve portare a pensare al termine ad un concetto di città che cambi dal fatto che vi sia una città ed un suo “intorno”: la città “è” fatta da un territorio urbano e periurbano ed è un tutt’uno, composto da diversi ambiti, determinando obbligatoriamente la necessità di non pensare più in termini daziari ma in termini intercomunali. Ci dobbiamo abituare a nuovi modi di vedere ed abbandonare l’idea di semplicemente “recuperare” o far rivivere ciò che non esiste più perché le condizioni economiche sono cambiate.
Da un modello di ambiente agricolo ci si muove quindi verso un concetto più solistico di Spazio rurale periurbano, sede di nuove funzioni ed immagini collettive di una città che deve costruire un nuovo modello di equilibrio al proprio interno innanzi tutto collocando il suo confine al di la dei confini daziari.