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Unità di paesaggio e indagini sul paesaggio sensibile nel Piano territoriale paesistico della Valle d'Aosta

Indice

 

Tipologia delle strutture segniche nel paesaggio alpino

 

Anche per il Piano della Valle d'Aosta, come capita in molti casi, l'indagine ha costruito il suo proprio metodo ad hoc. Probabilmente il modello tipologico adottato per la Valle d'Aosta può essere applicato, senza variazioni importanti, all'interpretazione delle strutture segniche dell'intero paesaggio alpino: la rilevanza degli agenti fondamentali e la storia dell'antropizzazione delle Alpi è strutturalmente simile in tutto l'arco e in entrambi i versanti. Sarebbe molto interessante verificare con un'indagine più diffusa la distribuzione delle tipologie e le connotazioni che distinguono diverse regioni alpine, disegnando così un atlante segnico di un universo abbastanza identificato.

Sicuramente il modello tipologico di seguito analizzato è inadeguato a rappresentare in modo congruo le strutture segniche della montagna in generale, per la differente geometria e morfologia di altri sistemi paesistici di montagna (si pensi all'Appennino o ai Pirenei), per il differente rapporto tra natura e antropizzazione e tra agricoltura e urbanità, e soprattutto per la differente rilevanza dell'alta montagna, componente essenziale di quel sistema segnico completo e complesso della natura che rende unico il paesaggio delle Alpi in Europa.

D'altra parte nei paesaggi di altre regioni montagnose sono molti rari i paesaggi caratterizzati da intense compresenze e prossimità tra natura e urbanizzato, caso che invece per la Valle d'Aosta (e per le Alpi in generale) si verifica con una tale frequenza e ripetitività della struttura segnica da farlo ritenere un tipo.

Quindi è credibile che la classificazione adottata sia abbastanza generalizzabile almeno all'intero arco alpino e forse al sistema dei paesaggi di montagna, mentre vanno certamente riviste, a seconda delle situazioni regionali che si vanno esplorando, le gerarchie valutative: l'importanza o la criticità o la rappresentatività sono sicuramente relative, per differenza rispetto alla media delle situazioni locali (se non altro per la diversa rilevanza dei paesaggi naturali d'alta quota e delle nevi perenni, o viceversa per la diversa connessione tra sistemi insediati diffusi e pervasivi che erodono l'autonomia segnica delle parti naturali).

Le schede per tipi di strutture segniche che seguono valgono quindi non solo a descrivere la situazione analizzata in Valle d'Aosta, ma come modello analitico per una più generale ipotesi di indagine sulle strutture segniche della montagna, da considerare comunque con tutti i limiti e le deformazioni che derivano dall'aver lavorato in una sola regione.

 

SSW - Strutture segniche semplici della natura

Oltre il 55% delle strutture segniche aggregate fa parte dei "paesaggi selvaggi", quelli in cui il segno dell'uomo è un'eccezione, riconoscibile come estraneo alla struttura dei segni di quel sito, percepito talvolta come benefico punto di riferimento in un territorio troppo assolutamente privo di presenze antropiche, ma assai più spesso come impatto, alterazione di un sistema di segni equilibrato nella sua coerenza.Tali paesaggi sono stati distinti tra strutture complesse (SSN) e strutture semplici (SSW), in ragione della presenza di segni eterogenei o viceversa di una omogeneità complessiva del sistema segnico (a cui spesso corrisponde una morfologia geometrica molto articolata e variata: ad esempio i sistemi di  vetta, o di ghiacciaio).

Le strutture segniche semplici della natura si leggono in paesaggi segnati dai ghiacciai e dalla roccia, che poco spazio lasciano alla vegetazione: questa viene fruita prevalentemente come residuale, soprattutto tenendo conto che chi si avvicina a questi luoghi quasi sempre percorre prima  itinerari che si svolgono in territori con segno forte della vegetazione (boschi o pascoli).

Le componenti spaziali più frequenti costituiscono la geometria di testate di valle, sia in presenza di alte vette e ghiacciai sia nelle morfologie minori, quando il circo glaciale è solo un segno di geometria spaziale e il paesaggio, chiuso e formato da pochi tipi di elementi, si presenta in modo particolarmente omogeneo.

Al contrario le zone di vetta e di ghiacciaio si presentano non tanto come spazi racchiusi da bordi ma più come volumi disegnati ( le punte di roccia e le lingue di ghiacciaio): anche qui con caratteri di eccezionalità  sia per le caratteristiche delle superfici (la tormentata texture del ghiacciaio e i toni della parete rocciosa) sia per la forma, che si distingue per l'antitesi di qualsiasi paesaggio umanizzato conosciuto, denunciando la difficile accessibilità e la dominanza di materiali "ostili" all'uomo (se non altro per l'assenza della vegetazione, la cui texture caratterizza le superfici umanizzate o umanizzabili).

Quindi possono essere individuati due sottotipi fondamentali delle strutture segniche semplici della natura: quello delle testate di valle e delle conche in quota, con una prevalenza di superfici anche tormentate ma costituite soltanto da pochi elementi (detrito e roccia sulla vegetazione) e quello delle vette e dei ghiacciai (con una prevalenza delle superfici anomale: roccia e ghiaccio) caratterizzato dai volumi emergenti piuttosto che da spazi delimitati.

La differenza tra i due tipi spaziali appare fondamentale per le valenze operative e di tutela del paesaggio della natura selvaggia:

- le testate (e le conche  e le valli ad alta quota) permettono un confinamento percettivo che consente la fruizione del paesaggio la cui omogeneità si costituisce come universo avvolgente;

- le vette, i ghiacciai (e i versanti di alta quota ) sono spesso fruiti da lontano come sfondo differente, componente differenziale di un paesaggio compenetrato e complesso, che parte dalle zone più antropizzate e che, attraverso questo sfondo, porta la testimonianza di un territorio "altro": la montagna inaccessibile a confronto con il paesaggio abitato.

L'importanza segnica del contrasto si mantiene anche invertendo la posizione di chi guarda: lo scalatore ad esempio gode della sua condizione di differenza proprio per la compresenza di un primo piano selvaggio e per lo sfondo (ovvero la bassa quota) animato dagli insediamenti.

Viceversa quando dalle alte vette si gode del panorama esclusivo della sequenza di altri picchi circostanti si fruisce di un segno dominante della natura che fa rientrare quel tipo di paesaggio tra quelli chiusi e totalizzanti che caratterizzano invece le geometrie spaziali delle testate.

 

SSN - Strutture segniche complesse della natura

La seconda tipologia dei paesaggi non insediati presenta strutture segniche completamente diverse, caratterizzate dalla vegetazione spontanea e dalla mancanza di insediamenti ma entro il territorio in cui i segni dell'insediamento sono plausibili e attesi (d'altra parte la loro presenza è notevole a quota inferiore ai 2500 m., in tratti sovente percorsi da strade di transito, spesso tra un insediamento e un altro o in zone di insediamento leggero e molto rado - come i pascoli- ).

La diffusione di questa tipologia (120 strutture segniche riconosciute, corrispondenti ad oltre il 30% del totale, con una superficie che supera il 37% di quella regionale) e l'eterogeneità delle componenti spaziali e superficiali che la compongono, impediscono dal riconoscere sottotipi univoci dell'organizzazione geometrica (in cui ricorrono superfici o volumi sempre simili).

Unico connotato tipizzante è quindi già riferito ad un complessivo senso comunicato dalla struttura segnica: un paesaggio che presenta una notevole subalternità delle componenti antropiche in confronto ad una natura prevalente, fatta di vegetazione rigogliosa, accessibile e amica, a differenza da quella naturalità assoluta ed estraniante che caratterizza le strutture segniche SSW, sopra delineate.

E' indubbio che questo tipo di paesaggio costituisca una presenza fondamentale nell'immagine sincretica (syncrétique) della regione, che la memoria porta con sé (ricorre sempre nelle descrizioni dei luoghi, sia da parte degli abitanti che da parte dei turisti). Buona parte delle interviste fatte ai turisti allude più o meno direttamente all'isolamento nella natura degli insediamenti, da cui risulta il valore archetipico di questa immagine, quasi pari a quella delle alte vette nel costituire il macrosegno del paesaggio regionale nella cultura "geografica" diffusa.

Va sottolineato  il doppio ruolo giocato dalla "natura" nei segni complessi che il paesaggio lascia nella memoria: uno di luogo inaccessibile, presente ma distante, inquietante e rimosso dagli usi quotidiani, in cui "intatto" vuol dire davvero "intoccato"; l'altro di luogo accessibile e desiderato come opportuno complemento nel segno del paesaggio antropizzato, fruito direttamente come 'alterità  domestica', in cui "intatto" vuol dire "con segni antropici ben inseriti". Insomma le strade ormai connaturate, i manufatti tradizionali, la traccia dell'antica agricoltura vengono ricercati come segni distintivi e percepiti come elementi necessari in questo tipo di paesaggio.

Le componenti superficiali più ricorrenti sono quelle uniformi, a vaste zone omogenee di bosco o di pascolo/prateria, apprezzabili segnicamente quando costituiscono il connotato forte della struttura segnica (cioè quando sono omogenee ed estese, prevalenti sulla componente volumetrica che loro da supporto geometrico).

Le componenti spaziali più diffuse sono le parti inferiori dei versanti o interi tratti di valle a V e ad U, coperti dai boschi; alcune testate prive di ghiacciai, conche in quota, tratti terminali di valli a U minori tappezzate di praterie o pascoli.

Salvo che per i tratti iniziali di valli molto incise, che costituiscono una classe di strutture segniche fortemente caratterizzate dalla specificità spaziale, sono le ricorrenze di superfici, dominanti per la loro omogeneità, a classificare in sottotipi questa classe di strutture segniche.

Ne risultano tre possibili sottotipi delle strutture segniche complesse della natura:

-connotati dalla superficie omogenea a pascolo,

-connotati dalla superficie omogenea a bosco

-connotati da tratti di valle molto incisa, per lo più all'inizio di valli laterali, resi ancora più significative in quanto rappresentativi del passaggio tra il paesaggio prevalentemente edificato della Grande Vallée e  quello misto tra natura e insediamenti delle valli trasversali.

 

SSV - Paesaggi a struttura mista:  agricoltura con bordi naturali

La situazione di paesaggio misto è strutturale della regione ed è basata sul rapporto organico tra insediamento tradizionale, fatto di agricoltura estensiva per lo più a prato (con ridotti spazi occupati da villaggi) ed elementi naturali , per lo più costituiti dal bosco. Tale situazione è stata considerata all'origine di un tipo di strutture segniche quando si verifica la compresenza equilibrata  di elementi naturali e di segni antropici prevalentemente legati all'agricoltura.

La struttura segnica coinvolge anche una parte notevole delle aree naturali circostanti gli insediamenti (con confini spesso dettati dagli ambiti visuali interferenti tra diverse componenti spaziali), per cui questo tipo di paesaggi interessa una quota notevole della regione (oltre il 20,7%).

Si tratta per lo più di piccole zone ad insediamenti semplici, intervallate ma connesse da una serie di corridoi di vegetazione per lo più a bosco, che isolano le parti antropizzate e ne costituiscono l'intorno in un unica relazione segnica strutturale: l'immagine complessiva che risulta è data dalla relazione tra le due parti, senza la cui dialettica ciascuna sarebbe priva di significato emergente.

Il paesaggio di questi luoghi viene ricordato prevalentemente per l'effetto di diversità e di sorpresa che ogni insediamento genera rispetto a ciò che si presenta all'ingresso della zona (ad esempio un filtro di bosco) o rispetto all'effetto che l'ambiente naturale circostante genera; questo effetto importante è dato proprio dalla relazione tra le due componenti e sembra valere molto più che non ognuno dei segni semplici che suscitano la struttura complessa.

Perciò ogni villaggio, ogni area agricola circostante, ogni bosco o ogni zona 'inselvatichita' al contorno valgono segnicamente molto meno del loro rapporto complessivo, quando si riesce a cogliere l'insieme in una visuale o in una sola sequenza fruitiva, riconoscendo al di sopra di tutte le specificità una tipologia di segno ricorrente nell'intera regione.

La morfologia dei siti di questa tipologia è molto importante per differenziare l'ambiente spaziale generale in cui si riconosce l'insieme.

Si possono distinguere quattro casi, caratterizzati da componenti spaziali ricorrenti:

- le conche a mezza quota, affacciate su valli ampie, insediate solo nella parte meno pendente (in modo le piane agricole risultano circondate da versanti con superfici naturali per tre lati e con un panorama a sfondi lontani sul quarto lato)

- i versanti insediati, con filtri di bosco tra un insediamento e l'altro, con una situazione di intorno simile a quella delle conche (anche se è meno importante la sovrapposizione di connotati spaziali, il cambio di pendenza, con connotati di superficie, il bosco).

- le valli poco incise, segnate da collane in cui si alternano tratti con componenti superficiali omogenee della natura a tratti insediati, con un effetto di rapporto tra natura e antropizzazione rafforzato dalla presenza frequente di pareti rocciose nelle immediate vicinanze degli insediamenti (il fondovalle  pianeggiante del tratto mediano delle valli glaciali è quasi sempre segnato da nuclei sui conoidi a ridosso dei salti di roccia sul versante laterale).

- i tratti di valle molto incisa, prevalentemente boscata, che presentano insediamenti immersi nel bosco e ridotti alle radure e ai conoidi secondari, quasi sempre molto fruibili con visuali dalla mezza costa (lungo la quale sono spesso inseriti i tracciati stradali di maggior transito).

Se si distinguono i paesaggi in base alle modalità di fruizione, emerge una differenza importante in questo tipo di strutture segniche: da una parte quelle in cui si può leggere il complesso dei rapporti tra natura e insediamento in un unico panorama (come avviene per gli spazi di versante e spesso per quelli di conca), dall'altra le strutture segniche in cui le percezioni avvengono a catena in una fruizione lungo un percorso lineare obbligatorio (ad esempio una strada di fondovalle). In queste ultime avviene una ricostruzione della struttura solo nella memoria, a percorso avvenuto (dinamica evidente soprattutto nelle valli, sia incise che ad U), e nell'immagine che la memoria riporta la superficie naturale perde quasi completamente le caratteristiche di alterità che la distinguono nelle strutture prevalentemente naturali e diviene un tratto del percorso che si presenta in alternanza con le zone antropizzate, producendo nel complesso il senso di un particolare sistema insediato unico e continuo, anche se variato, che si fruisce dalla strada.

 

SSA - Strutture segniche della natura umanizzata dall'agricoltura

 

Nella regione non esistono paesaggi completamente definiti dall'agricoltura, poiché sempre il contenitore visivo comprende parti di paesaggio naturale, sfondi di alta montagna o almeno elementi di contorno connotati da superfici boscate o pareti rocciose.

Tuttavia in alcuni casi i segni della agricoltura assumono una caratterizzazione autonoma sia per l'estensione che per il carattere dominante sugli altri elementi dell'insediamento: in queste situazioni il paesaggio naturale o urbano sullo sfondo diventa soltanto un confine, viene percepito come un connettore tra una struttura segnica ed un'altra, e i segni dell'agricoltura sono riconosciuti come strutturati in modo autonomo e completo al proprio interno.

Si tratta prevalentemente di versanti o di conoidi la cui superficie si distingue per le  trame e gli orditi particolarmente complessi (generati quasi sempre da una agricoltura specializzata -a vigna o a frutteto-).

La morfologia del supporto volumetrico comporta pendenze non elevate ma comunque tali da rendere individuabili come autonome le superfici a trama, che per lo più sono leggibili con un solo sguardo .

In questo caso l'autonomia della struttura segnica è aiutata dalla riconoscibilità percettiva del volume, quasi sempre  individuabile per la sua forma diversa dal contenitore visivo circostante (un conoide pur a lieve pendenza mette sempre in evidenza la sua forte identità geometrica, oppure  un versante  continuo incastrato tra salti di roccia emerge per contrasto anche di volume).

La traccia del lavoro dell'uomo è il significato principale che viene attribuito al paesaggio dell'agricoltura specializzata, mentre è trascurabile il senso di  produttività del suolo che quel paesaggio comunica: con questo valore semantico indifferente un antico sistema di meurdzëre ancora intatto vale (cioè dà autonomia e senso a quel brano di paesaggio) quanto una vigna di nuovo impianto, un verger nel prato quanto un frutteto realizzato con criteri di sfruttamento moderni.

La struttura dei segni di lavoro nell'agricoltura diviene molto più leggibile se è ben separata dagli insediamenti edificati: la tradizione di riservare per l'agricoltura la  parte più fertile o meglio esposta del domaîne di ogni insediamento (tenendo gli abitati sui bordi) permette oggi di fruire ancora di alcune aree omogeneamente  segnate dal lavoro agricolo, anche se spesso ormai sono intaccate da alterazioni recenti che ne hanno rovinato l'integrità costitutiva.

Solo rare situazioni presentano ancora la struttura segnica dell'agricoltura come pura, priva di elementi di contrasto, seppur minori: si contano 7 casi dominati completamente da trame agricole su conoidi o in conche a se stanti (che comunque rappresentano oltre la metà dei casi ricadenti in questa tipologia  e quindi possono a buon diritto costituire un sottotipo) .

La dimensione ridotta di tali strutture segniche viene in qualche modo  riscattata dalla estrema leggibilità delle zone su cui giacciono e dalla loro fruizione frequente legata alla prossimità di assi di grande traffico o di insediamenti urbani: insomma il segno della agricoltura fa parte dell'immagine complessiva della regione più di quanto non occupi realmente nel quadro dell'economia del paesaggio o in superficie fisicamente interessata (non raggiunge l'1,3% del territorio regionale).

 

SSU - Strutture segniche del territorio urbanizzato

La regione non è caratterizzata dalle strutture segniche urbane; le componenti significative di valori urbani appaiono per lo più inserite a forza in una situazione complessiva prevalentemente segnata dalla natura e dall'insediamento rurale, e configurano così strutture segniche complesse, determinate dal rapporto con l'insediamento agricolo o con la natura.

Si sono riconosciute strutture segniche propriamente urbane solo nell'area di Aosta, che comunque comportano anche al loro interno un continuo rapporto almeno visivo con segni importanti della natura, presenti come sfondo di tutte le visuali maggiori della città.

La più importante caratteristica della struttura segnica urbana è data dalla sovrabbondanza e complessità di segni della produzione umana, con supporti significanti non casualmente eletti ad un valore segnico da chi guarda, ma progettati già nella loro produzione con una certa attenzione al ruolo comunicativo e in alcuni casi realizzati appositamente per svolgere unicamente una funzione segnica.

Tale carattere distintivo della struttura urbana è raro nella regione e anche in Aosta si riconosce solo parzialmente: infatti da una parte il centro della città presenta notevoli discontinuità, con alcune superfici a ordito fitto dato dall'edificato denso e strutturato e alcune superfici a trama o uniformi, date da zone residuali  a prati,  quasi celate per il fruitore interno alla città ma evidenti per chi guarda Aosta in un panorama dall'alto dei versanti circostanti.

La stessa discontinuità si presenta ai bordi, che non sono quasi mai univocamente segnati da un contrasto netto con l'intorno complesso del misto agricoltura/periferia urbana.  Tale effetto di confine definito si riscontra paradossalmente nelle fasce meno urbane della città (confine sud con la Cogne, le nuove infrastrutture autostradali, la Dora incanalata, i cavalcaferrovia e le fasce a capannoni della regione Amerique o Tzamberlet etc.) ed è molto meno sensibile negli ingressi alla città da est e da ovest, nonché dal versante adret, della "Collina".

Inoltre ad Aosta si verifica una situazione paradossale nel modo di fruizione dell'ambiente urbano:l' 'invisibilità' della struttura urbana della città per chi proviene da fuori, che ne percorre un margine totalmente diverso dal sistema segnico che invece è presente nella città, con segni urbani che entrano in contrapposizione diretta con segni dell'agricoltura residuale (la circonvallazione, la strada lungo la ferrovia, i cavalcaferrovia all'inizio e alla fine della città).

Quindi dall'esterno la struttura segnica di Aosta si fruisce piuttosto come i paesaggi con segni contrapposti (tra urbano, agricolo e naturale, sullo sfondo) che non come un paesaggio completamente urbano.

 

SSP - Paesaggi a struttura complessa: relazione tra agricoltura e urbanizzato

 

La totalità del fondovalle della Doire, salvo le strettoie rocciose (gorges), è stato fino a pochi anni fa coltivato intensamente.  Su quello stesso territorio si è sviluppato con intensità un processo di sviluppo urbanizzativo che ha fatto esplodere i bourgs e ha rotto la regola secolare che proporzionava lo sviluppo edilizio alla dimensione dell'area agricola.

Ne risulta un paesaggio misto, che in alcuni casi si è ormai consolidato e che forma una forte struttura segnica, fondata sul rapporto tra segnali dell'urbano (strade, edificati multipiano o capannoni diffusi, aree splateate e segni residui dell'agricoltura intensiva (trame di vigna o di frutteto, terrazzamenti (terrasses), meurdzëre ordinate).

Da un punto di vista segnico la lettura della struttura interrelata è possibile in virtù della forza delle singole componenti superficiali o lineari: la relazione è tanto più forte quanto più i segni dell'agricoltura sono ancora leggibili e gli elementi emergenti del loro reticolo originario non sono sottomessi rispetto al crescere degli elementi urbanizzativi.

In molti casi i segni dell'agricoltura e dell'urbano hanno una tale compresenza che non permettono il formarsi di una dialettica tra le parti, con distinte identità: formano un nuovo tipo di segni, dell'ambiguità del senso tra urbano e rurale.    In una tale situazione il risultato in termini di senso complessivo raramente fa emergere i segni di una conflittualità tra codici diversi e inconciliabili, come ci si potrebbe aspettare: gli impatti trasformativi sono meglio assorbiti nella pluralità dei segnali e non dominano con la loro contrapposizione la struttura segnica, che invece presenta un sistema di convivenza tra segni con basso valore identitario. Pare che diminuendo il valore emergente dei segni "puri", e quindi diminuendo l'identità dei luoghi si ottenga un sistema segnico "debole", in cui si attenuano le gerarchie dei messaggi e la loro inconciliabilità: cresce il "rumore" semantico e si attenuano le differenze, come in un mélange segnico che attenua il valore dei propri messaggi.

Da un punto di vista storico si può considerare questa condizione come una fase intermedia della trasformazione tra un assetto prevalentemente agricolo e uno più definitivamente urbano, ma la struttura segnica può in alcuni casi comunicare una senso di equilibrio, una situazione di "periferia" che potrebbe consolidarsi nella memoria degli abitanti come un paesaggio stabile e confermato.

Entro questa considerazione generale si possono riscontrare nella periferia di Aosta (in cui la tipologia di paesaggio ha le sue manifestazioni più esemplari) differenze notevoli: dove si è stabilito un equilibrio tra edificato e agricoltura specializzata, i segni emergenti dell'edificato e del frutteto collaborano a costituire un sistema di compresenze. Dove invece la presenza del prato (con minore autonomia segnica del frutteto) è ridotta ad un vuoto tra edificati, o la strada è troppo continuamente marginata da capannoni, il sistema segnico diventa latente, non trova conferme continue e tende a degradare la fruizione in una percezione confusa, disordinata, che non trova identità e non si imprime nella memoria.

Uno degli elementi che giocano a favore della comprensione della struttura è la sua percezione per parti, per singoli pezzi di paesaggio, in cui hanno un ruolo paritario elementi urbani ed elementi di agricoltura.

Ciò avviene in molti casi per la particolare morfologia che caratterizza questi luoghi: si tratta di conoidi molto dolci, di territori a vallette o a piccole conche, di raccolte situazioni di piana e versante. Sono quasi sempre luoghi con caratteristiche di specificità  sufficienti a distinguersi e a collocarsi come individui nel più grande contenitore che li ospita (quasi sempre la valle centrale), ma con un costante frazionamento delle visuali in prospettive ridotte, compresse quasi sempre tra un  primo piano e uno sfondo lontanissimo.

 

SSC - Paesaggi a struttura complessa: relazione tra natura, agricoltura e urbanizzato

 

La situazione di complessità maggiore, data dalla interrelazione completa tra le categorie di segni più importanti, caratterizza le strutture segniche più significative della Valle d'Aosta, a partire da quelle che sono in prima fila nella memoria del turista, quelle che generano le immagini che ci rimandano i mass media, riferite alle stazioni turistiche di testata di valle o alla collana di piccoli poli urbani nella valle della Dora.

Pur costituendo meno dell'8% del loro totale e investendo meno del 3,5% del territorio regionale, queste strutture sono certamente tra le più importanti nel sistema segnico generale, quello che costituisce le immagini simboliche, i macrosegni testimoni dell'intero territorio.

A tale ruolo di immagine generale concorrono certamente alcuni segni "protagonisti": i fondali di alte vette e ghiacciai che marcano i paesaggi delle stazioni turistiche di testata, oppure le emergenze dei castelli che polarizzano i paesaggi del fondovalle urbanizzato.

In questi paesaggi l'agricoltura, anche ridotta ad attività residuale nelle sue funzioni produttive, ha sempre un notevole ruolo, in quanto luogo segnico di mediazione tra segni dell'urbano e segni della natura.  La sua funzione è complementare, prevalentemente come cornice degli edificati e dei percorsi ma è quasi sempre presente nelle visuali più frequentate.

Anche la caratterizzazione del segno urbano non è quasi mai forte ad autonoma, ed è piuttosto affidata alla relazione "per contrasto" con l'intorno: le nuove edificazioni mescolate all'insediamento tradizionale, che in questi luoghi testimoniano la presenza di un modello di vita e di comportamento estraneo al tradizionale assetto agricolo, in un tessuto veramente urbano assumerebbero un significato inverso: indicherebbero la permanenza di un residuo di segni dell'abitare rurale, presente spesso nelle periferie delle città di pianura.

A conferma di questa relatività dei singoli segni rispetto alla complessa struttura segnica sta l'elezione dell'antico nucleo rurale a segno del centro della vita associata della nuova 'città', processo di significazione frequente ma paradossale, per la povertà delle emergenze edificate e per la discontinuità del messaggio portato dai nuovi segni: avviene che il campanile o la piazzetta di un paese di poche decine di famiglie continuano ad essere il simbolo della vita sociale più significativo dell'intero ambito urbanizzato, costituito talvolta da camere per decine di migliaia di turisti.

Ciò accade anche se si riscontrano nuove attrezzature emergenti per dimensione: condomini o piazzali per parcheggi non assumono alcun ruolo nella struttura segnica, proprio per la mancanza di connessione con il resto del paesaggio; il campanile invece fa parte di una immagine precostituita, attesa e desiderata, e lo si cerca nella realtà e nella memoria a costituire il polo segnico di un paesaggio complesso già prima di essere segnato dallo sviluppo turistico.

Dunque ciò che fa parte di una struttura segnica forte prevale sui segnali, pur ingombranti ma destrutturati, privi di relazioni consolidate con il resto del paesaggio; questi ultimi allora vengono letti come elementi disturbatori della struttura consolidata, impatti, fino a quando non raggiungono una potenza tale da costituire, nelle abitudini percettive dei fruitori, la nuova struttura segnica di quel paesaggio.

Questo processo, di elezione di elementi ad un ruolo simbolico, di polo segnico, è comune a qualsiasi percezione di un testo complesso e diventa fondamentale nei paesaggi ad alta interrelazione. Quando questi paesaggi sono molto conosciuti per processi di affluenza turistica la polarizzazione, già tipica della interpretazione della complessità, tende a produrre immagini stereotipe della memoria e quindi a generare modi di interpretazione rigidi da parte dei fruitori: non si percepisce più l'evolvere storico di un paesaggio, cioè il bilancio complesso di una struttura segnica sempre in cambiamento, ma solo ciò che corrisponde alla sua immagine stereotipa, anche se talvolta questa non esiste più nel suo insieme e continua ad esistere  solo nei segni eletti come polarizzazione: Courmayeur continua ad essere la Courmayeur di cinquanta o cento anni fa sinchè si vede il Dente del Gigante sullo sfondo e si riconosce la sagoma della parrocchiale nel profilo urbano.

La complessità del paesaggio è quasi sempre incentivata dalla morfologia del contenitore, dello spazio che obbliga la compresenza di molti segni disparati. Della trentina di paesaggi di questo tipo, circa la metà sono situati in spazi di confluenza o di largo fondovalle glaciale, cioè in spazi marginati ma estremamente aperti, con fondali importanti e multipli, con versanti molto differenti dalla base, con piane fertili in cui sono comunque leggibili  le tracce di un'agricoltura rigogliosa e rispettata.

La eccezionale simmetria tra morfologia del contenitore spaziale e insediamento (oltre la metà delle confluenze -cioè tutte quelle con una piana di qualche rilievo- sono oggi occupate da insediamenti importanti e hanno almeno un fondale di montagna innevata che le caratterizza) e la rigorosa monotonia dell'agricoltura di mezza montagna, a prato sulla parte piana e a seminativi -oggi abbandonati- sulla parte di versante terrazzato, comporta una somiglianza strutturale tra quasi tutti i paesaggi complessi degli insediamenti turistici delle diverse valli laterali, pur differenti per numerose varietà del luogo specifico o dei segni dell'insediamento e per emergenza o residualità dell'agricoltura.

Un secondo sottotipo di struttura segnica ad alta interrelazione caratterizza i segmenti della valle della Doire che sono polarizzati dai centri maggiori: Pont St.Martin, Hône, Arnad, Verrès, Châtillon, Aymavilles/St.Pierre, Villeneuve, Morgex. Anche qui la valle, nel punto di confluenza delle maggiori valli laterali costituisce la morfologia del supporto spaziale ricorrente. Ma se ciò è vero in una lettura della situazione geomorfologica, dal punto di vista della fruizione i contenitori si presentano come molto diversificati: si va da siti che si presentano prevalentemente come sezioni di valle glaciale (Morgex, Verrès), in cui i segno degli affluenti è riducibile a segni lineari nel fianco della valle, a vere confluenze con importanti incisioni delle valli laterali (Hône, Aymavilles, Arnad), a morfologie complesse, in cui il contenitore è quasi conca di versante (St.Pierre,Châtillon/St.Vincent, Pont St Martin/Donnas).

La specificità dei contenitori è confermata dalla diversificazione dei segni urbani, sempre piuttosto importanti, mentre una certa omogeneità del sottotipo si riscontra nella individualità della agricoltura, sempre presente e separata dall'insediamento urbanizzato: si tratta di contesti con ridotti effetti di "periferia", quali invece sono dominanti nella piana di Aosta. In questi casi invece il segno dell'agricoltura, ben distinto, si propone come elemento di rappresentatività di una tipologia di paesaggio, tutta alpina, che fa convivere la città con il prato, con il versante di vigneto, con la conoide a frutteti, in un rapporto di rispetto reciproco, oggi in via di alterazione ma che fino a pochi anni fa costituiva l'immagine più significativa della valle della Dora, per chi percorreva l'autostrada.

La erosione progressiva di questa impressione di autonomia dei due sistemi di immagini -agricola e urbana-, nel senso di un effetto ibrido, di prato sporcato da qualche infrastruttura o qualche capannone (che non riesce neppure ad essere assunto come segno del mélange della periferia) è uno dei processi più negativi, che alterano la percezione complessiva della regione, determinandone non una diversa e più completa fisionomia, ma una immagine più povera, meno caratterizzata, meno memorizzabile da un passante e meno capace di far identificare ad un abitante il proprio territorio.

 

SSS - Paesaggi a struttura complessa: relazione tra natura e urbanizzato

 

Sono stati identificati in questa tipologia 'anomala' solo tre casi esemplari di formazione di un paesaggio inconsueto nella regione: quello della giustapposizione senza mediazioni tra segni dell'urbano e segni della natura. I casi, ben precisi (le conche in cui sono più incisive le attrezzature per gli sport invernali di Pilaz, Checrouit e Breuil), sono stati distinti dalle altre più consistenti categorie di interrelazione tra diversi paesaggi 'semplici' proprio per la loro esemplarità, anche se in termini dimensionali costituiscono una delle categorie meno significative, (non raggiungono l'1% del territorio regionale, inferiori solo ai segni 'puri' dell'urbano, riconoscibili unicamente in Aosta).

Pur configurandosi in modi molto diversi, i tre casi rappresentano bene un tipo di testi segnici complessi, che comportano comunque in ogni fruizione l'apprezzamento del contrasto tra elementi segnicamente opposti: quelli dell'urbano, costituiti prevalentemente da emergenze molto forti per geometria e per materiale, ma non per dimensione (gli edifici, gli impianti) e quelli della natura, poveri di emergenze ma diffusi, avvolgenti, costituenti palcoscenico, quinta  e fondale a se stessi e agli altri.

Più ancora che per il contrasto dimensionale dei supporti significanti la anomalia di queste strutture segniche si rivela proprio nel diretto contrasto dei significati dei diversi tipi di segni, non mediato dai segni della agricoltura.

La caratteristica dei segni dell'agricoltura è di costituire, per loro strutturazione, il tono minore di ciascuno dei segni estremi (urbano e natura): geometria presente ma labile, emergenza discontinua e minore dell'edificato, bassa densità di segni 'forti' e primo sfondo dell'edificato, a sua volta inglobato nello sfondo naturale: si tratta quindi di un sistema segnico che svolge fondamentalmente il ruolo di 'cuscinetto' tra urbano e natura.

La assenza dei segni della agricoltura provoca il contrasto diretto tra edificato e naturale e distingue nettamente questi rari casi dal resto del paesaggio valdostano.

Le differenze tra i casi sono poi tali che si può distinguere ulteriormente tra un unico caso di vera e propria 'città' completa, che segna il deserto naturale (Breuil), e la natura 'urbanizzata' che emerge per parti dal paesaggio dell'alto pascolo (Checrouit), che è ancora diverso dalla urbanità coatta in un solo complesso edificato isolato (Pilaz), caso limite di un unico segno urbano nel territorio naturale.

 


Informazioni aggiuntive

  • Riferimenti: Piano territoriale paesistico della Valle d’Aosta
  • Periodo: dal 1996 al 2000
  • Luogo: Valle d'Aosta