Londra, Gran Bretagna
Fondato due anni fa, in un pub sul Tamigi, da tre ingegneri e due tassisti, Hailo è la app che sostiuisce il to hail, il gesto di sollevare il braccio per chiamare un taxi. Il taxi lo chiameranno tutti a testa bassa digitando sull'app, che tramite gps ci fa vedere l'auto libera più vicina sulla mappa, ci dice che recensioni ha avuto chi la guida, e alla fine non devi neanche tirare fuori il portafoglio: hanno già la tua carta di credito. Ora Hailo è già in 16 città e adottata da 42mila tassisti, da Dublino a Osaka a Montreal, New York (in Italia no, per ora!). La app Hailo non è l'unica ha offrire questo servizio: Mytaxi impazza in Germania, Uber ha iniziato nel 2009 da un mercato di nicchia a San Francisco e oggi è presente in 42 città (anche Milano) con finanziatori del calibro di Google e JeffBezos di Amazon e lo slogan "Siamo il tuo autista privato". Sempre in America c'è l'app Lyft che trasforma chiunque in un tassista: basta che accetti di farti mettere dei baffi rosa sul cofano e comunichi la disponibilità a offrire passaggi, a Madrid il taxi-sharing con JoinUp è stato addirittura un modo per arginare il 50% di perdite che i tassisti avevano registrato causa crisi, a Parigi si chiama Taxyz o Taxibeat, insieme a Uber, Snapcar, Allocab e ChaufferPrivè, e in Italia? Noi abbiamo i Radiotaxi e molti hanno già adottato l'app che scavalca l'operatrice telefonica. Il computer ti comunica il taxi più vicino con un sms: più spartano rispetto alle meravigliose mappine interattive di Londra o Parigi, che mostrano tutte le auto più vicine a te. Ma funziona. Peccato che le app le usi solo il 10% dei passeggeri. A diventare un'Hailo all'italiana ci prova a fine 2013 Tommaso Lazzari Lanciando Eztaxi con geolocalizzazione, recensioni ecc.
link: www.hailocab.com