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Carbonia: Landscape Machine


1. Il contesto
2. 1937-1942. La fondazione di un nuovo paesaggio
3. Il nuovo piano regolatore e il paesaggio culturale
4. La reinvenzione del paesaggio urbano
5. Il premio del paesaggio

 

 1. IL CONTESTO

Carbonia è il capoluogo della Provincia del Sulcis Inglesiente.carb contesto
Comprende 24 Comuni che si estendono per più di 2.000 kmq, con 147.000 abitanti e una densità di 71 abitanti/kmq. Carbonia presenta un’area pari a 145,63 kmq, ha una popolazione di 30.447 abitanti (dati 2001), con una densità di 209,07 abitanti/kmq. Denominata «Città di fondazione», fu costruita nella prima metà del XX secolo e si trova all’interno del Parco geominerario del Sulcis Inglesiente. Il suo territorio nel 2004 è stato inserito dall’Unesco nel Global Network of Geoparks, mentre nel 2007 è diventato parte della European Geopark Network, così come stabilito dal Piano paesistico regionale in attuazione della Convenzione europea del paesaggio (Coe).

Carbonia, “città di fondazione”, costruita in meno di un anno e inaugurata il 18 dicembre 1938, nata in funzione della miniera e della sua produzione, ritrova le sue origini nel Progetto “Carbonia Landscape Machine”. Il Progetto ha preso forma nel 2001 grazie all'impegno dell’Amministrazione comunale e alla collaborazione con l'Università di Cagliari e diversi centri di ricerca nazionali e internazionali. “Carbonia Landscape Machine” ha cercato di reinterpretare la relazione originaria tra la comunità e il paesaggio urbano, valorizzando il territorio come risorsa fondamentale per l'economia, in un’ottica di miglioramento della qualità della vita e del benessere dei cittadini. Il Progetto ha promosso l’incontro tra la vocazione storico-industriale e un modello più contemporaneo di sviluppo sostenibile del territorio. Le azioni intraprese dal Progetto Carbonia hanno focalizzato l'attenzione su siti di particolare pregio come la Grande Miniera di Serbariu e il suo paesaggio, interpretato come “macchina industriale”, gli spazi pubblici, gli edifici della città - giardino e dei suoi paesi satelliti (Cortoghiana, Bacu Abis).

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  "Carbonia Città del Novencento - Landscape Machine": il video di presentazione a cura del Comune di Carbonia  

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 2. 1937-1942. LA FONDAZIONE DI UN NUOVO PAESAGGIO

Ordinate e allineate con precisione e ripetitività, quasi obbedendo a una regola militare: così appaiono (e sono ancora oggi) le case di Carbonia nelle foto d’epoca. Il grande sistema della macchina di estrazione del carbone governa la città.

Carbonia nasce come centro industriale, residenziale e amministrativo vicino alla miniera di Serbariu, la più grande della Sardegna. Pianificata dalla società pubblica Azienda Carboni Italiana (Acai), è stata realizzata tra il 1937 e il 1942.Carbonia è una company-town, una comunità pianificata che attraverso la definizione di uno schema urbanistico preordinato fissa i rapporti tra impianti produttivi, residenze, infrastrutture. La vicinanza e  l’interdipendenza tra il luogo della produzione e la residenza offrono, in questo senso, la chiave di lettura della vicenda progettuale: la miniera, la casa, la grande piazza centrale fanno di Carbonia un modello urbanistico che indica una fisionomia decisamente autoritaria e un nesso azienda – città - stato tipico, delle città industriali di nuova fondazione realizzate dal regime totalitario. La città del carbone viene  costruita in meno di un anno e inaugurata nel dicembre del 1938 anche se l’attività edilizia proseguirà ininterrottamente sino al 1942. Il progetto iniziale viene elaborato nel 1937, con un incarico direttamente affidato a Cesare Valle, ingegnere sardo, Ignazio Guidi, architetto romano, e Gustavo Pulitzer-Finali, architetto triestino, già progettista di riferimento dell’A.Ca.I. per l’Istria e principale ispiratore del primo piano regolatore.

La nuova città è organizzata secondo una rigida gerarchia sociale che, esprimendo il ruolo pubblico e simbolico dell’iniziativa, si traduce nel progetto di aree urbanistiche omogenee - quartieri sostanzialmente autonomi - suddivise per classi dirigenti e impiegatizie, collocate nella zona centrale della città, e classi operaie, sistemate nelle case dei minatori e progressivamente distanziate dal centro politico e amministrativo. La città viene concepita per ospitare inizialmente un numero di 12.000 abitanti-minatori, cifra destinata ad una crescita esponenziale nei successivi anni di attività della miniera. Particolare attenzione viene posta alla scelta del luogo, al rapporto che la nuova città instaura con la miniera ma, anche, con la valle e il mare, principali elementi ambientali del territorio circostante.


 

 

 

Il progetto urbanistico è strutturato, infatti, a partire da alcuni principi formulati nelle teorie della garden-city, cogliendo di questo modello, in particolare, l’immagine naturalistica e pittoresca che ha caratterizzato alcuni dei principali modelli realizzati: i grandi viali che attraversano la città, la centrale piazza Roma, perno della composizione urbana, i quartieri residenziali a bassa densità, sono l’espressione formale della teoria di Ebenezer Howard, anche se l’idea di una moderna e funzionale città, l’applicazione di norme tecnico-igieniste, infrastrutturali e viabilistiche, evidenzia un sostanziale allontanamento dalle  istanze ideologiche e fourieriste che avevano contraddistinto le prime esperienze inglesi. Carbonia acquista un significato nella storia del Novecento come esemplare esperienza collettiva e apre una serie di questioni sulla possibilità di conservare e valorizzare un sistema complesso qual è una città: se decidere cosa tutelare e conservare comporta sempre una serie di difficoltà, nel caso della città di fondazione, organismo architettonico e urbanistico unitario, l’impossibilità nel dare un giudizio di valore al singolo manufatto senza fargli corrispondere il suo ambiente costituisce, senz’altro, l’elemento di maggiore complessità metodologica ma anche l’obiettivo centrale dell’azione di tutela.

PIAZZA ROMA E IL PROGETTO DELLO SPAZIO PUBBLICO

centro urbano prgDato il carattere estensivo della città, il piano ha previsto un articolato sistema di spazi pubblici e di servizio, distribuiti nei quartieri residenziali. Il principale di questi, piazza Roma, è stato progettato come un luogo monumentale di chiara ispirazione storicista, anche se l’assenza di simmetrie, l’articolazione volumetrica degli edifici, che la circondano e la varietà di funzioni che lo connotano, configurano uno spazio ambiguo e contraddittorio, moderno e tradizionale.

piazza romaPiazza Roma è stata concepita come un grande campo aperto e fortemente unitario attorno al quale si dispongono i principali edifici rappresentativi: la chiesa di San Ponziano, la Casa del Fascio, il Municipio e le Regie Poste, il Cine-Teatro e il Dopolavoro. La piazza nasce come primo elemento della fondazione: il pianoro sul crinale viene occupato con uno spazio articolato nel quale gli edifici si distribuiscono sull’originale percorso di cresta proveniente dall’antico villaggio di Barbusi. All’interno di un centro urbano concepito in forma estensiva e che comprende, oltre a tutti gli edifici rappresentativi, anche giardini e parchi pubblici, questa piazza è pensata come un’ampia terrazza panoramica affacciata sul paesaggio circostante, spazio aperto al contempo centrale ma rigorosamente indipendente rispetto al complesso della città: un grande rettangolo perimetrato dagli edifici pubblici su tre lati, con il quarto lasciato aperto in una prospettiva che si estende verso le miniere e il mare. L’articolazione dello spazio è ottenuta con un ordinato sistema di corrispondenze e assialità che, lungi dal creare troppo rigide geometrie, quasi scompaiono nello spazio costruito. Ne resta traccia nel ritmo e nel passo di alcune modularità, negli allineamenti dei fabbricati e dell’arredo urbano, che concorrono a formare un ordine coerente e unitario. In parziale difformità dalle altre città di fondazione, la piazza assomma funzioni civili e religiose in uno spazio unitario, ma articolato in porzioni di suolo differenziate, ognuna in relazione al singolo edificio ospitato. Questi ‘luoghi” tendono, in qualche modo, a riprodurre la texture superficiale degli edifici, alternando manti continui e “opus incerturm” in corrispondenza di superfici intonacate o bugnate.

 

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 3. IL NUOVO PIANO REGOLATORE E IL PAESAGGIO CULTURALE

carbonia carta qualita urbanePreparato nel 2003 e improntato a una maggiore protezione del territorio, il nuovo piano ha introdotto la Mappa del paesaggio e delle qualità urbane, che ha fissato i «valori inalienabili» della città e definito le «invarianti» di piano (tra cui i villaggi operai di Bacu Abis e Cortoghiana e il suo paesaggio rurale). Il nuovo piano utilizza strumenti eterogenei e diversificati: il Catalogo dell’eredità architettonica razionalista, il Manuale per il recupero degli edifici modernisti e la Guida per le modifiche degli edifici. 

Il nuovo piano urbanistico individua le invarianti del paesaggio del territorio munipale a partire dalla città di fondazione e alla sua relazione con il contesto ambientale e paesaggistico. Le invarianti del piano, i valori non negoziabili, come individuati dalla comunità, considerano la città-giardino di Carbonia ei suoi villaggi operai, Bacu Abis e Cortoghiana, i suoi paesaggi agricoli e pastorali con le tradizionali tipologie abitative ed i paesaggi naturali collinari e montani con la tipica macchia mediterranea e la fauna. Le invarianti sono identificate e classificate come paesaggi da proteggere e salvaguardare attraverso norme, regolamenti, codici e procedure di valutazione rigorose per quanto riguarda le modifiche proposte all'interno dei loro perimetri.

La Mappa di Qualità Urbana e del Paesaggio, approvato nel 2005, è una matrice di strategie coerenti per la pianificazione urbana e la progettazione. La mappa individua gli elementi di particolare urbano, architettonico, archeologico, monumentale, paesaggistico e valore ambientale nel più ampio contesto territoriale, come noi, come nella città storica modernista.
La mappa è servita come base per ridefinire la città di fondazione come un paesaggio protetto, come indicato nel progetto originario della città.

Il riconoscimento del patrimonio modernista urbana della città è la politica centrale del Piano della città di Carbonia. Il nuovo piano, sulla base di questa politica, propone una serie di strumenti di gestione e attuazione: Catalogo di patrimonio architettonico razionalista (strumento per la costruzione di conoscenza e di sensibilizzazione), Manuale per il recupero di edificio modernista (strumento normativo per la gestione dei progetti per quanto riguarda il modernista).

 

Manuale del recupero dell'edilizia moderna del Comune di Carbonia

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Abaco delle trasformazioni

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Visualizza gli elaborati completi sul sito del Comune di Carbonia >>

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 4. LA REINVENZIONE DEL PAESAGGIO URBANO

Partito nel 2002, il progetto di rinnovo e recupero degli spazi pubblici cittadini ha preso le mosse dalla Mappa del paesaggio e delle qualità urbane. La Municipalità ha ottenuto fondi europei per il progetto «Carbonia: città del XX secolo».

Per meglio delimitare la città-giardino sono stati definiti elementi di base come la creazione di una cintura verde che contiene una fascia di connessione infrastrutturale, «presidiata» dai grandi «monumenti civici» della città razionalista e dalla recuperata miniera di Serbariu.

La trasformazione del patrimonio industriale della città e dell'identità urbana in un centro culturale contemporaneo, con un'offerta variegata di attività culturali-museali correlati sia tradizionali che innovativi, attraverso:
 

La trasformazione della MINIERA DI SERBARIU, la più importante miniera di carbone italiana (attiva dal 1937 al 1964), nel Centro Italiano della Cultura del Carbone che documenta la storia, il lavoro e le battaglie degli uomini e delle donne che lavoravano nella miniera.

Chiusa ufficialmente nel 1971, da allora gli impianti furono soggetti ad un rapido deterioramento e spoliazioni che condussero alla rovina edifici e macchinari. I fabbricati abbandonati divennero sede di attività artigianali irregolari e discariche abusive, e furono occupati da famiglie di senzatetto accelerandone il degrado. L’amministrazione comunale intervenne per acquisire il patrimonio immobiliare della ex miniera e per impedire lo smantellamento dei castelli minerari destinati alla rottamazione, fino a concludere l’acquisto del sito nel 1991. Da quella data sono stati elaborati diversi progetti di recupero e di riapertura al pubblico fino al 2002, anno di nascita ufficiale del primo cantiere per il restauro della lampisteria. Oggi il sito minerario è stato recuperato e riconvertito per ospitare attività culturali, educative e Il Centro di ricerca per lo sviluppo delle tecnologie energetiche pulite. Nel Museo del Carbone inaugurato il 3 novembre 2006 sono visitabili le principali strutture minerarie, quali la lampisteria, la sala argani e una galleria sotterranea.

 

carbonia cicc

 

carbonia ciam

 

carbonia arte urbana

 

La creazione di un museo urbano a cielo aperto il CIAM: Carbonia Itinerari dell’Architettura Moderna.

Ciam, Itinerari di architettura moderna a Carbonia, Cortoghiana e Bacu Abis. Il Ciam (Carbonia Itineraries of Modernist Architecture) è un museo cittadino a cielo aperto. ha come obbiettivo la divulgazione e la promozione del patrimonio architettonico di Carbonia attraverso l’organizzazione di una capillare rete informativa disseminata nelle strade e nelle piazze della città. La missione del museo è quella di promuovere la storia e il significato della città di fondazione con un progetto culturale partecipato che cerca di raccogliere la memoria, trasmetterla ai nuovi abitanti e sensibilizzarli alla conoscenza e rivalutazione del patrimonio architettonico in cui vivono. Gli abitanti sono al centro di questo progetto.
La struttura museale è costituita da un sistema di percorsi e luoghi che collegano le particolarità architettoniche e i quartieri della città, intercalati da unità espositive che descrivono temi e argomenti sulla storia e la vicenda fondativa.

Un progetto di arte pubblica contemporanea con l'installazione di opere di artisti contemporanei che hanno avuto un'esperienza diretta con il paesaggio.

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 5. IL PREMIO DEL PAESAGGIO

Carbonia ha vinto la seconda edizione del Premio del Paesaggio del Consiglio d’Europa con il progetto dal titolo “Carbonia Landscape Machine”. Il progetto è stato selezionato prima dal MIbac (Ministero per i Beni e le Attività Culturali) tra le 95 proposte pervenute a livello nazionale e successivamente dallo stesso Consiglio d’Europa che ha scelto il progetto di Carbonia tra le proposte presentate da 14 Stati membri.
Con l’assegnazione del Premio, consegnato il 20 ottobre 2011 a Evora (Portogallo), l’Europa riconosce il merito dell’azione compiuta, negli ultimi anni, dall’Amministrazione Comunale di Carbonia che, attraverso azioni coordinate di salvaguardia, gestione e pianificazione, ha realizzato interventi per la conservazione, riqualificazione e rilancio dei tratti identificativi della storia e della cultura cittadina. L’insieme degli interventi hanno permesso di restituire a tutti i cittadini i luoghi simbolo della nostra storia, consentendo di rivivere spazi per anni in disuso, in una prospettiva di nuovo sviluppo economico, sociale e culturale. 


LE MOTIVAZIONI DELLA SELEZIONE

Lo sviluppo territoriale sostenibile. Ha condotto azioni coordinate di salvaguardia, gestione e pianificazione promosse dall’amministrazione comunale. Partendo dalla tutela del patrimonio del moderno, si persegue la riconversione delle attività estrattive, ormai abbandonate, e la rigenerazione dell’intero sistema socio-economico.

Il ruolo esemplare.
Il progetto ha costituito un riferimento importante per l’avvio di una nuova politica per le città di fondazione dell’intera isola e determinato la costituzione di una rete tra realtà analoghe che si è estesa anche all’estero, concretizzandosi in protocolli d’intesa per programmi da attivare congiuntamente.

La partecipazione pubblica.
Il progetto ha fatto della matrice storica della fondazione l’elemento di forza per realizzare le azioni contemporanee. La coesione sociale dovuta all’insediamento originario e alla comune attività lavorativa è stata organizzata in prassi partecipative utilizzate sia nelle scelte iniziali che nei singoli interventi. La realizzazione del programma si è inoltre basata su una collaborazione istituzionale che ha coinvolto l’Università di Cagliari, la Regione, la Provincia ed altri enti tra cui il Parco ambientale e paesaggistico geominerario.

La sensibilizzazione.
Sono stati costituiti laboratori e master di ricerca e attività di sensibilizzazione della popolazione e dei visitatori. Tale scelta risponde alle azioni istituzionali attivate dal Mibac per la diffusione e l’applicazione della Convenzione di Firenze, in particolare riguardo alla tutela attiva del paesaggio attraverso l’arte e l’architettura contemporanee, anche in relazione all’adeguamento della pianificazione attuativa alla copianificazione paesaggistica. Carbonia è la sintesi di una fusione virtuosa della vocazione storica industriale con un modello più moderno di sviluppo territoriale sostenibile. Questo modello è ben rappresentato dal recupero attivo e dalla conservazione dell’identità dei luoghi della città e del suo tessuto urbano ricreando le connessioni con i suoi villaggi satellite ed il contesto paesaggistico.

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  Maria Grazia Belisario (MibAc) in occasione del convegno Creare Paesaggi 5/10/2012. Il premio del paesaggio del Consiglio d'Europa. Esperienze italiane vincitrici: Val di Cornia e Carbonia Landscape Machine   

 

 

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