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Strategie di sviluppo per i territori urbani e periurbani
Da questa ibridazione credo possano nascere nuovi stimoli che individuino misure di azione per la realizzazione di programmi di sviluppo delle aree urbane ad alta sostenibilità, individuando ad esempio due ambiti d'azione:
A. La previsione di pensare agli apparati ambientali presenti intorno alle aree urbane non più come porzioni fra di loro separate ma invece parti di un sistema multispaziale di territori a valenza ambientale, luoghi d’integrazione fra componenti naturali e antropiche, dove le diverse necessità socio-economico-culturali dialogano con i fattori ambientali e naturali.
B. Il recupero culturale del concetto di città come “oggetto significante”, riproponendo il rapporto fra abitante e luoghi del suo abitare, e i concetti della Semiologia dell’Urbanistica come presupposto per nuove politiche culturali e di comunicazione
Strategie di sviluppo per i territori urbani e periurbani: sistema multispaziale di territori a valenza ambientale. Sistema multispaziale di territori a valenza ambientale, può costituire la modalità per pensare a luoghi d’interazione fra componenti naturali e antropiche, avviando la gestione e la pianificazione integrata fra aree diverse, facenti parte del medesimo ambito territoriale urbano, mediante la specializzazione delle aree a diversa vocazione e pensando alle risorse in gioco non più come singole porzioni ma come elementi di un unicum. L'ipotesi può quindi essere quella di creare una "circolarità spazio-funzionale" della città attuata mediante progetti per una città nuova, rete diffusa di risorse naturali, integrata con i centri residenziali e connessa ai centri produttivi e dei servizi, che ha la sua qualità nel fatto di essere luogo di abitazione e di vita e progetto locale di sviluppo sostenibile basato sul primato delle potenzialità del territorio.
Strategie di sviluppo per i territori urbani e periurbani: recupero culturale del concetto di città come “oggetto significante”. La necessità di costruire un’identità riconosciuta del proprio luogo di vita, deve riprendere l’attenzione dei gestori delle aree urbane, nel solco delle nuove frontiere di analisi dell’urbano in senso semiologico, per far nascere progetti di comunicazione nuovi, base per l’affermazione del consenso verso la conservazione delle risorse territoriali. E’ un semiologo, R. Barthes, che ci dice:
“ … lo spazio urbano in genere (e non solo quello urbano) è sempre stato significante.”
“ …alcuni urbanisti sono costretti a constatare che, in alcuni casi, esiste un conflitto fra il funzionalismo di una parte della città ….e ciò che chiamerò il suo contenuto semantico (il suo potere semantico).”
“….Sappiamo bene che le città che pongono maggiore resistenza alla significazione, e che del resto presentano spesso difficoltà d’adattamento per i loro abitanti, sono proprio le città prive d’acqua, città senza mare, senza specchi d’acqua, senza laghi, senza fiumi, senza corsi d’acqua; tutte queste città presentano delle difficoltà di vita, di leggibilità.”
Accanto a questo approccio possono nascere nuovi progetti culturali e di pianificazione che sappiano reinterpretare porzioni delle aree protette, secondo un concetto quale quello espresso da S. Della Bernardina:
“L’ambiente è diventato uno spazio didattico. Una volta ci si addentrava nella natura selvaggia (che selvaggia spesso non era) per lavorare, per sfuggire alla giustizia, per provare il proprio coraggio o, più semplicemente, per divertimento. Oggi ci si va per imparare ed esercitare la benevolenza nei confronti delle piante e degli animali.”
Sviluppare quindi grandi laboratori d’educazione ambientale nelle aree protette urbane, nei quali realizzare quella efficace coniugazione: la vicinanza fisica e funzionale fra Uomini e Parchi.
Questi nuovi approcci forse potranno consentire di rendere virtuoso l'incontro fra Aree protette e Città: un incontro di idee per costruire paesaggi, ricchi di diversità ambientale, comunicati, vissuti e sentiti, finalmente nuovi paesaggi "consapevoli."