Questo sito utilizza cookie e tecnologie simili.

Proseguendo nella navigazione accetti l'utilizzo di cookie di terze parti. Per saperne di piu'

Approvo

Il paesaggio per gli investimenti etici

Convegno
IL PAESAGGIO PER: STRATEGIE AL TEMPO DELLA CRISI PER ABITARE MEGLIO SEMPRE

Torino, 10-12-201


Il paesaggio per gli investimenti etici

Antonio Miglio
agronomo, piemontese, presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Fossano, Vicepresidente ACRI Associazione di Fondazioni e di Casse di Risparmio spa


Un tema di particolare interesse trae spunto oggi dal rapporto instauratosi negli ultimi anni tra le Fondazioni bancarie ed il paesaggio. Le Fondazioni non sono parti funzionali al loro soggetto generatore, le banche, ma sono viceversa da esse indipendenti; sono soggetti delle libertà sociali, secondo la definizione data dalla Corte Costituzionale, che risiedono nel territorio, dotati di importanti patrimoni e che si pongono come fine ultimo quello di aiutare il territorio nel quale si trovano a svilupparsi.

Gran parte delle fondazioni si sono concentrate su progetti di recupero dei beni storico-artistici, largamente diffusi in Italia, a costituire un immenso patrimonio che tuttavia la scarsità di risorse sta lentamente consegnando ad uno stato di degrado ed abbandono.

Negli ultimi anni le fondazioni bancarie italiane hanno garantito lo stanziamento medio di 400 milioni di euro l'anno per restaurare questi beni, in particolare quelli localizzati nei territori rurali, ma coinvolgendo anche beni siti nelle grandi città.

Compito delle fondazioni è anche quello di sostenere nel terzo settore tutte le attività che intervengono, in itinere o a posteriori, per rendere migliore la fruizione, da parte della collettività, dei beni dotati di valore storico-artistico, sia frutto dell'estro e dell'abilità dell'uomo, sia frutto del lavoro incessante della natura.

Questi beni, in una prospettiva di progettazione di lungo periodo, possono diventare fattori economici straordinari del territorio.

Dal 2011 le fondazioni, che non avendo una periodizzazione elettorale possono avviare strategie di lungo periodo, si sono impegnate a concretizzare 10 sperimentazioni in tutta Italia (per il Piemonte saranno coinvolte le città di Fossano e Biella), con l'obiettivo di chiamare a raccolta le intelligenze presenti sul territorio, attualmente relegate alla sfera privata e che raramente si occupano della cosa pubblica.

L'intenzione è quella di sfruttare la posizione terza rispetto a privati e politica e l'autorevolezza delle fondazioni per collaborare con la pubblica amministrazione al fine di radunare le intelligenze per ragionare sull'identità del loro territorio: se c'è, se si è persa, se c'è da scoprirne una. Si vorrebbero utilizzare le risorse finanziarie messe a disposizione per costringere le pubbliche amministrazioni ad investire su progetti di lungo periodo. In questa prospettiva si collocano il progetto “città-cattedrali” promosso dalla fondazione CRT ed il progetto sviluppato lungo la Stura, da Cuneo a Cherasco, per rendere fruibili i percorsi, lentamente divenuti inaccessibili.

Un’altra situazione problematica sulla quale le fondazioni si stanno impegnando è la mancanza di coesione sociale all'interno delle comunità locali nel Mezzogiorno d'Italia.

La famiglia, in certe condizioni, rischia di essere un'istituzione chiusa verso l'esterno, che impedisce lo svilupparsi di rapporti orizzontali tra i differenti nuclei. Obiettivo della Fondazione è pertanto quello di ricreare un'infrastrutturazione sociale nel Mezzogiorno, promuovendo le forze associative tra i cittadini, soprattutto nei quartieri più degradati, stimolando, attraverso la creazione di nuclei di animazione, la coesione sociale, intervenendo soprattutto nelle piccole realtà rurali e di periferia nelle grandi città.

Le Fondazioni stanno inoltre sviluppando progetti di housing sociale, pensati e promossi inizialmente dalla fondazione CARIPLO Milano, ma che si stanno lentamente moltiplicando come numero di esperienze finanziate: Si tratta di investimenti orientati ad affrontare almeno in parte il problema abitativo della fascia “di mezzo” della popolazione.

Il target in questo caso sono i cittadini sufficientemente ricchi per non poter concorrere alla casa popolare, ma viceversa troppo poveri per accedere agli affitti o per poter diventare proprietari di alloggi a prezzo di mercato.

I Comuni, tuttavia, nel realizzare i nuovi alloggi, costruiscono sempre ex novo nelle aree di espansione previste nei piani regolatori, in quanto il restauro ed il riutilizzo degli edifici ormai in disuso, inutilizzati, vuoti, rappresenta un costo superiore dal punto di vista strettamente finanziario.

Questo tema è chiaramente in conflitto con la questione ormai allarmante e straordinariamente attuale del consumo di suolo; si tratta di un problema da affrontare prioritariamente a livello culturale, prima che a livello normativo e gestionale.

Il caso della città dell'Aquila è emblematico: intorno alla città distrutta dal terremoto è sorta una ville nouvelle, mentre il centro storico permane in uno stato di degrado e di abbandono.

Al di là del problema del suolo perso, già di per sé fatto grave, esiste un problema sociale legato all'evidente difficoltà di ripopolare la città storica, che diviene in tal modo lentamente una Pompei dei giorni nostri. Anche questi sono temi attualissimi e sostanziali che potrebbero trovare un modo di fare, una soluzione meno contraddittoria se si tenesse conto del senso di identità e del paesaggio locale.

Letto 4428 volte Ultima modifica il Mercoledì, 22 Dicembre 2010 15:04