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Un nuovo tema nel panorama delle Aree protette italiane: i parchi metropolitani e periurbani

Indice

Una feconda ibridazione fra visioni diverse


I parchi rappresentano certamente, nell'esperienza di chi opera nel settore, elementi portatori del concetto orientatore della qualità ambientale del territorio, della necessità di inserire nelle questioni urbane gli assetti naturali del territorio (geologici, morfologici, vegetazionali, faunistici, pedologici). Le aree urbane paiono invece portatrici di un approccio progettuale al territorio, e di una visione e concezione architettonica dell’ambiente.

Queste due visioni non devono tuttavia essere più viste come antagoniste, come era un tempo, e si deve operare per una comune integrazione degli approcci gestionali e progettuali creando una vera e nuova osmosi fra due modi di guardare il territorio del "costruito".

Parchi e qualità ambientale urbana. I Piani di gestione delle aree protette consentono di riaffermare, nei contesti urbani, concetti non così diffusi, quali:

1.     il valore della potenzialità delle aree, vista innanzi tutto sotto i profili pedologici, geologici, morfologici, idrogeologici e poi biologici

2.     la necessità di estendere a tutto il territorio le attenzioni di gestione superando la vecchia, ma ancora presente, dicotomia presente nei PRGC fra costruito e non costruito

3.     l’importanza della pianificazione d’area vasta o intermedia ed il valore dell’indirizzo normativo, del progetto ancor più che della pura norma territoriale

4.     il significato delle reti ecologiche e della costruzione di apparati paesistici complessi nei quali le are protette sono uno dei tasselli

Territori naturali a misura d’uomo. Le aree urbane sono portatrici di un approccio più progettuale del territorio, e di una visione architettonica dell’ambiente attenta alle necessità di natura funzionalista quali:

1.     la necessità di realizzare servizi in senso lato per la fruizione

2.     la necessità di realizzare infrastrutturazioni in senso lato per la fruizione

3.     la previsione di sistemi di collegamenti viabilistici e di mobilità fra territori a verde ed aree abitate

4.     l’utilizzo degli spazi aperti quali luoghi di incontro di raduno

5.     l’inserimento di elementi d’architettura e di costruito all’interno delle aree verdi


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