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13 maggio 2021 | Ivrea | webinar @ICONA

Luca Dal Pozzolo (Osservatorio Culturale del Piemonte) introduce Pietro Valentino (Direttore Economia della Cultura)
Maria Grazia Bellisario (Comitato di redazione Economia della Cultura)
Giovanni Paludi (Regione Piemonte Settore Territorio e paesaggio)
Paolo Castelnovi (Associazione culturale Landscapefor)
Renato Balestrino (Consorzio delle Residenze Reali Sabaude)
Alessandra Gallo Orsi (Direttore Castello di Agliè)
Maria Paola Azzario (Centro per l’UNESCO Torino).
Alberto Zambolin (Presidente ICONA – Ivrea)
Marco Campagnolo (Docente Fondazione Casa di Carità Arti e Mestieri di Ivrea)
Maria Cristina Cresto (Osteria La Sosta, Settimo Vittone)
Giorgio Gnavi (Cantine Gnavi, Caluso)

Diretta Facebook alla pagina www.facebook.com/landscapefor

Per partecipare al webinar inviare una mail di richiesta a: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Dal 20 maggio la registrazione degli interventi sarà pubblicata su www.youtube.com/user/Landscapefor

UNA PREMESSA NECESSARIA

L’Italia è forse il paese al mondo che più si può giovare della tendenza a riscoprire il turismo di prossimità. Per molte ragioni i cittadini delle aree metropolitane sono spinti a esplorare il territorio nel raggio di 100/200 km. per godere di un immenso patrimonio diffuso non solo di beni ma anche di attività e iniziative locali di interesse culturale.

Raccontare i paesaggi e le mille risorse territoriali per invogliare al turismo lento e di prossimità, mettendo in vetrina le attività e i beni meno celebrati, fuori dai circuiti mainstream.

È un impegno che pare titanico, ma che diventa perseguibile se si verificano due condizioni:

a) un territorio denso di “paesaggio attivo”, cioè di soggetti che hanno elaborato cultura legata ai luoghi, hanno studiato e documentato i beni diffusi, sono impegnati in servizi di ricettività e produzioni locali di eccellenza, e infine sono disponibili a mettere a fattor comune i risultati dei loro sforzi;

b) una modalità di rappresentazione rigorosa e puntuale, ma agile nella consultazione (anche sul luogo), flessibile nella preparazione (implementabile, correggibile, traducibile), capace di raccogliere, metabolizzare ed esporre materiali diversi (in particolare iconografici): nel nostro caso Atlasfor, la mappa online e gratuita con schede multimediali di approfondimento dei beni e delle attività culturali.

*

LA SPERIMENTAZIONE AVVIATA

L’associazione Landscapefor sta sperimentando la redazione di Atlasfor assistita dagli operatori locali nel Canavese e il 13 maggio p.v. ne presenta i primi risultati in un webinar dalla sede di ICONA a Ivrea.

L’esperimento, che si è giovato di un contributo della Compagnia di San Paolo, delinea i primi tratti di un racconto dell’ambito dell’Anfiteatro Morenico e dintorni, senza approfondire per ora la zona di Ivrea e dei beni olivettiani della Lista UNESCO: vogliamo far assaggiare la ciambella lasciando vuoto il centro (già sovraesposto da molte presentazioni in occasione dell’iscrizione alla Lista del Patrimonio mondiale).

Per Atlafor Canavese si è assunto come quadro di riferimento la scheda dell’”ambito 28 Eporediese” del Piano Paesaggistico Regionale (PPR), che annovera a vario titolo oltre 200 punti di interesse (POI).

Per scegliere i POI da approfondire abbiamo coinvolto i soggetti del “paesaggio attivo” locale (istituzionali e non), proponendo loro di metterci a disposizione i materiali documentari che avevano già elaborato.

Sono i materiali che, opportunamente integrati ed editati, hanno permesso ad oggi di popolare la mappa dell’ambito in Atlasfor con oltre 50 schede di punti di interesse, e altrettante sono in preparazione.

Inoltre la mappa è arricchita con una quarantina di schede rivolte a documentare i soggetti stessi del “paesaggio attivo” che hanno risposto alla call: dagli ecomusei alle associazioni locali, dalle imprese agricole e artigianali segnalate ai gruppi produttori di performing art, dalle scuole attive sul territorio alla ricettività d’eccellenza per tradizione o innovazione.

L’esperimento condotto sino ad ora costituisce quindi l’avvio di un processo che nel Canavese dovrebbe continuare, con i materiali disponibili anche di altre zone (tra cui Ivrea) in modo autonomo e sostenibile, e costi limitatissimi per i soggetti interessati.

Si tratta di un processo replicabile in altri territori con analoga densità di soggetti e di patrimonio culturale, purché comunque si verifichi una capacità di investimento iniziale in termini di:

_finanziamento per affrontare il lavoro complesso di superamento dell’inerzia iniziale, con il coinvolgimento del Paesaggio attivo locale, la formazione di giovani collaboratori per l’edizione delle prime schede (nel Canavese è valso in parte il contributo di Compagnia di San Paolo),

_collaborazione con stakeholder locali capaci di innescare il passaparola e arricchire l’indirizzario dei soggetti interessati (nel Canavese è valso il Club per l’UNESCO di Ivrea).

Estratto da Atlasfor: ambito di progetto: le icone individuano le differenti tipologie dei Punti di interesse

TERRITORIO-LABORATORIO

Il Canavese è un territorio perfetto per interessare il turista curioso, contando ad esempio su bacini metropolitani entro 200 km. con oltre 8 milioni di potenziali fruitori (Genova, Torino, Milano, Ginevra…). Che sia solitario o in gruppo, studente in viaggio didattico o studioso di aspetti specifici, il turista culturale è sempre intrigato da itinerari ricchi di punti di interesse (apparentemente) minori e di paesaggi gradevoli lungo il tragitto, da percorrere lentamente, a piedi, in bici, o in auto su strade quiete.

Come si vede dalla mappa di Atlasfor gli oltre 20 comuni che stanno partecipando al progetto si addensano lungo le vie storiche:

la via Francigena ( o Romea , a seconda del capo a cui si riferisce), che attraversa l’ambito da Carema a Viverone, ai piedi della lato nord della Serra)

la connessione tra Ivrea e Torino, almeno fino a Mazzè

la strada della tranvia novecentesca tra Castellamonte e Ivrea

i percorsi esterni alla Serra lungo il Canale di Caluso, tra Castellamonte e Caluso.

Sono queste le fasce territoriali che sin da oggi si vogliono presentare al turista con Atlasfor Canavese, grazie all’enorme mole di materiale già predisposto dalle mille iniziative locali, per lo più di volontariato o sostenute a malapena dai modesti fondi dei Comuni. Si tratta di materiale che non riesce a raggiungere la visibilità presso il target turistico metropolitano, perché troppo polverizzato, facile ad invecchiare, irraggiungibile se non da quelli che già conoscono il territorio.

L’inserimento in AtlasFor di queste documentazioni, opportunamente riedite e organizzate, sempre citate nelle fonti, consente invece di avere a disposizione una mappa ricca di suggerimenti particolari e spesso inediti, facilmente implementabile con nuovi contributi e segnalazioni di nuove iniziative, adatta al vagabondaggio curioso che caratterizza le esplorazioni del turista metropolitano.

ESITI E PROSPETTIVE

Supporto per lo sviluppo locale

La predisposizione di un quadro ordinato delle risorse locali di interesse culturale in senso lato – senza i limiti soffocanti della dimensione territoriale comunale o del soggetto solo pubblico o solo privato – come quello offerto da Atlasfor Canavese, favorisce l’adozione di strategie integrate di offerta di mete e di servizi per il turismo: un ingrediente importante dei programmi di sviluppo locale in questo tipo di territori, necessitanti di capacità di visione a scala sovracomunale e di una visibilità a scala sovraregionale.

Ma non si tratta di un’offerta per il turismo fine a se stessa: bisogna tener conto delle potenzialità di questi territori di offrirsi, una volta conosciuti e apprezzati nelle loro minute situazioni locali, a chi voglia abitare in migliori condizioni ambientali e paesaggistiche, sfruttando l’onda dello smart working. È evidente che questa prospettiva epocale di attrattività per nuovi abitanti, di grande interesse per ambiti a pieno titolo rientranti nella sfera delle città metropolitane, trova nel Canavese un fascino particolare, non essendosi ancora spenta l’eco del modello di Comunità olivettiana, che precorreva i termini dell’abitare in una città diffusa e qualificata in un sistema misto rurale e urbano.

Perciò è fondamentale fornire quadri più completi possibile dell’offerta territoriale e quindi Atlasfor, superata la fase sperimentale necessariamente parziale, ambisce a presentarsi come un hub complessivo per le attività di interesse culturale a tutto campo e in una dimensione aperta e integrata.

In questo senso diventa importante poter ospitare nella mappa le citazioni di ogni iniziativa nell’area, ovviamente riconoscendone l’autonomia complessiva e rinviando sistematicamente ai siti che gestiscono le reti e i servizi degli operatori che ad essi aderiscono. Ciò vale sia per gli studi di settore o di luogo, come quelli avviati dalla bella ricerca promossa da Compagnia di San Paolo (presentata pochi giorni fa dal gruppo di lavoro coordinato da Anna Marson), sia per i siti di e-commerce e di servizi a pagamento di incoming (come quelli avviati recentemente dalla piattaforma visitcanavese.it) .

Formazione di reti di operatori

Troppo spesso lodevoli iniziative di promozione dei beni e delle attività di interesse culturale locali muoiono per i’isolamento in cui si svolgono, che impedisce alle azioni di volontariato o con modesti investimenti di superare la soglia di visibilità e di durata necessarie per essere riconosciute e apprezzate. La mancanza di reti di progettazione comune affossa ogni iniziativa per un turismo diffuso e sostenibile, e nel Canavese si è riscontrata in molti casi, spesso anche quando notevoli sforzi di attivare reti non hanno raggiunto la soglia o la durata sufficienti.

Obiettivo non secondario della sperimentazione di Atlasfor Canavese è quella di consolidare esperienze di iniziative comuni a più soggetti, di libera adesione ma verificate nei loro effetti positivi d’insieme, in modo da facilitare la predisposizione di soggetti collettivi, indispensabili ad esempio per partecipare ai bandi di prossima edizione.

In questo senso sono rilevanti le reti asimmetriche, come quelle in cui un elemento rilevante (come ad esempio il Castello di Agliè) si offrono al territorio come beni-faro per fare da trainer a tutte le iniziative locali, e d’altra parte, rinforzano il ruolo di reti sovralocali di grande attrattività, che spesso sono realizzate solo virtualmente, mancando di effettivi collegamenti territoriali (come avviene ad Agliè, parte del sistema delle Residenze Sabaude, bene seriale UNESCO, ma di fatto isolata dal sistema delle residenze più vicine a Torino).

D’altra parte l’emergenza pandemica ha certamente fatto segnare il passo a molte iniziative locali e richiede per altro servizi che spesso gli operatori minori non sono in grado di sopportare (come la segnalazione delle iniziative e delle offerte di prodotti, o la prenotazione delle visite o della ricettività).

Una rete di offerta efficace come quella che vogliamo attivare con Atlasfor Canavese non può essere discontinua in questo tipo di servizi minimali.

Quindi Atlasfor è attrezzato per un servizio elementare di in questo senso, utile soprattutto per le iniziative di volontariato o di piccola dimensione, che non hanno interesse a partecipare ai siti appositamente attrezzati per le varie forme di e-commerce già presenti in zona.

Palestra per giovani interessati

Le prospettive di sviluppo locale, nutrite da strategie di offerta per il turismo culturale, aprono a posti di lavoro non solo nei servizi di ricettività ma anche nei ruoli organizzativi che chiedono competenze per i beni culturali e del cultural management, che in prospettiva sempre più saranno contaminate con le strategie di offerta turistica, soprattutto dove il turismo di prossimità riveste particolare importanza.

In questo senso gli esperimenti sino ad ora condotti con Atlasfor (non solo nel Canavese, ma anche a nel torinese e a Genova) con le scuole, l’università e i corsi di III livello, hanno riscontrato un crescente interesse degli studenti ad apprendere competenze nel settore della ricerca operativa di materiali documentari, elaborazione di testi e di immagini, organizzazione di data base e di reti di operatori, promozione turistica attraverso le attività di Atlasfor. L’occasione di Atlasfor Canavese lascia intravvedere la prospettiva di lasciare sul territorio, attraverso la costruzione dell’atlante, non solo reti affidabili di operatori, ma anche giovani radicati sul territorio con competenze per gestirne l’offerta e l’evoluzione nel crescente mercato del turismo culturale.

Adeguamento al Piano paesaggistico

L’esperimento di Atlasfor offre l’occasione ai sindaci (in particolare nei comuni minori) di verificare la presenza di beni di interesse culturale e paesaggistico nel proprio territorio non come un vincolo ma come una risorsa, la cui tutela e valorizzazione sono implicite in ogni programma di sviluppo.

Un completamento di Atlasfor, che renda merito a tutti gli aspetti segnalati del PPR e li collochi nella giusta prospettiva di valorizzazione, può essere posto alla base della procedura tecnico-amministrativa di adeguamento dei Piani regolatori comunali, fornendo una buona base di partenza per la discussione pubblica del Piano e i rapporti con gli uffici regionali competenti in materia.

Il 14 marzo si è svolta nella sede del Ministero della Cultura a Roma, la  consegna del Premio del Paesaggio 2023, alla sua IV edizione.

Nell’ambito della cerimonia, che ha visto premiato il programma “Orti generali” di Torino su oltre 70 concorrenti, l’associazione  Landscapefor ha ricevuto un encomio per il lavoro svolto con AtlasFor.

Le motivazioni lette da Luigi LA Rocca, Direttore Generale archeologia, belle arti e paesaggio: “Per la capacità di proporre innovative forme digitali di conoscenza, diffusione didattica del paesaggio e del patrimonio culturale attraverso la creazione di un archivio digitale liberamene fruibile costituito da un atlante on line di tutti i luoghi di interesse culturale, ambientale, paesaggistico, con schede geolocalizzate facilmente utilizzabili da parte di tutti gli operatori”.

Ritirando l’encomio il presidente di LanscaperFor, Paolo Castelnovi ha detto:

 Ringrazio tutti, ma in particolar modo ringrazio quelli che stanno lavorando per il paesaggio. L’idea di fare questo atlante, che è dedicato particolarmente a quello che noi chiamiamo paesaggio attivo ( ciò che siamo tutti noi), è nato proprio qui in occasione di una Giornata del Premio del Paesaggio, quando è stato premiato il caso di Libera che aveva lavorato in Sicilia sui beni sequestrati alle mafie. Da allora ci siamo resi conto che in tutte queste manifestazioni viene alla luce una miniera di attività preziose, di gente impegnata che poi, dopo aver ricevuto il premio, torna a casa propria e rimane isolata. Con questo atlante stiamo cercando di recuperare una rete di questo straordinario movimento che si sta producendo quasi in silenzio”. 

Dopo 7 anni di attività l’associazione LandscapeFor vede riconosciuto a livello nazionale il proprio impegno a produrre servizi per valorizzare e sostenere i progetti e le attività di interesse socioculturale che utilizzano il paesaggio come ingrediente fondamentale, integrando in modo sostanziale, ma spesso inosservato, il patrimonio di testimonianze socioculturali che caratterizza in modo sempre differente ogni ambito del nostro paese. 

L’encomio identifica questo impagno con AtlasFor, l’atlante online prodotto e gestito dall’associazione che descrive gli elementi di interesse del territorio attraverso immagini, spesso raccontate da chi in quel territorio abita e svolge la propria attività.

 

Intervento per la Assemblea generale 2015 UNISCAPE sul tema Defining Landscape Democracy (Oslo, 03.06.15).  La sfida che si può affrontare a partire dal paesaggio è l’integrazione delle due dimensioni storiche della democrazia: il Bene universale e il Comune antico, riunendole in una considerazione operativa del Bene Comune.

Intervento introduttivo alla riunione 2014 del Consiglio d’Europa degli atelier per la messa in opera della Convenzione europea del paesaggio sul tema Paysages durables et économie (Urgup, 01.10.14). Una considerazione sulle potenzialità della risorsa “paesaggio” più importanti per l’economia: la testimonianza durevole, l’incubatore delle agency di Amartya Sen, il milieu dello sviluppo “buono”.

 

Il paesaggio d’eccellenza e i beni culturali da “patrimonio non disponibile” all’uso a risorsa utile per un modello di economia locale sostenibile e innovativo. I processi equilibrati di utilizzo si fondano da una parte sulla conoscenza e sul senso di identità condivisa del proprio territorio come parte fondamentale del paesaggio e dall’altra sulla formazione di una nuova leva di tecnici radicati sui luoghi ma con il coraggio di progettare nuovi utilizzi coerenti con le antiche forme.

La cultura come ingrediente fondamentale per un progetto strtegico di rianimazione della politica. La necessità di uscire dagli ambiti confinati di settore e di integrare tra i diversi settori culturali (vari tipi di patrimoni, performing art, paesaggio) e tra questi ed altri settori economici (turismo produzioni di qualità)e del welfare (scuola, salute, trasporti). L’importanza di innovare anche lo stile comunicativo delle azioni culturali: da fini a se stesse a servizio sostenibile al welfare.

La difficile strategia di unificazione degli interventi per valorizzare il senso di appartenenza locale con quelli per motivare le visite turistiche. La necessità di rendere complementari le due pulsioni fondamentali dell’identità e dell’esplorazione.

Il senso della cura dei luoghi si sviluppa nelle comunità che si sentono proprietarie storicamente e culturalmente del patrimonio territoriale e quindi paesistico che abitano. Le pratiche faticose di gestione della montagna testimoniano la complessità del rapporto delle comunità con i luoghi: non solo per il senso identitario, ma anche per dare spazio all’esplorazione e sopratuttto al senso del sacro, così importante in passato e oggi ancora vivo ma sempre più segreto.

I sistemi rurali in montagna interessano soprattutto per il ruolo di presidio e di manutenzione ecosistemica e del paesaggio. L’attenzione all’agricoltura per connotare la diversità paesistica, serve sia al mercato turistico che a quello delle produzioni di eccellenza. Agevolando la modernizzazione attenta del paesaggio rurale si migliora il senso identitario e si affrontano meglio le problematiche del consumo di suolo, degli impatti infrastrutturali e del rischio idrogeologico.

La ricerca di modalità per attivare un diverso modo di interpretare il paesaggio negli attori e operatori che gestiscono o producono le trasformazioni territoriali.

L’inserimento del valore di utilità oltre a quello di patrimonio genera l’idea di paesaggio utile, che può aiutare i progetti e le strategie operative non solo del gestore di aree protette o dell’operatore di reti culturali o la fondazione bancaria ma anche dell’imprenditore rurale o industriale o l’operatore in processi di rigenerazione urbana.

Il senso del paesaggio percepito dagli abitanti o dai visitatori è una risorsa su cui fondare progetti di sviluppo locale. Una classificazione dei paesaggi sulla base della loro percezione (addormentato, shangri-la, consapevole, stressato, da inventare) consente di definire progetti di sviluppo che si fondano sulla specifica situazione da cogliere: la maturità o viceversa l’abbandono o la deriva, del senso dei luoghi in ogni caso si offrono a “terapie” interessanti.

 

MOSTRE: 

 

CONVEGNI: