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Contributo sul paesaggio per il Progetto Appennino Parco d’Europa

Indice

L’Appennino barriera e transito

Per l'abitante della penisola l'Appennino non costituisce barriera invalicabile, salvo rari casi: anzi il transito, l'attraversamento sono le modalità con cui più frequentemente si viene a contatto con la Montagna. Se nel viaggio in Italia, dal '600 all'epoca della ferrovia, l'esperienza del valico alpino segna ogni diario, pochissimi sono i testi che riportano come degno di nota il valico dell'Appennino (se non per il fastidio del disagio di qualche ora). D'altra parte Roma, sin dal I secolo a.C. si dota di collegamenti consolidati con l'Adriatico e la pianura padana, evitando i viandanti per quanto possibile di salire e riducendo il tratto di valico a brevi percorsi che affrontano il dislivello o addirittura a gole di penetrazione che consentono di utilizzare spartiacque a bassa quota, ancora oggi sede delle strade più frequentate (che attraversano i passi dei Giovi, del Cerreto, della Collina, del Muraglione, di M.Coronaro, di Bocca Trabaria, del Fossato, C. Aprico, delle Fornaci, Colfiorito, le gole del Velino, Forca Caruso, della Croce, del Nuzzo, di Conza….).

Quindi per l'abitante pedemontano l'attraversamento appenninico non è quasi mai vero luogo di confine e di separazione ma semmai luogo a se stante, o addirittura non-luogo, percepito come intervallo non informativo, privo di significati se non sgradevoli e indesiderati. Ciò forse dipende anche dalle modalità dell'esperienza del transito: infatti, nel continuo di versanti e pendenze, il punto di vista per la fruizione del paesaggio varia. Se nella parte collinare pedemontana le strade e gli insediamenti di crinale segnano il paesaggio e da essi partono ampie visuali panoramiche, verso la dorsale le strade più frequentate si fanno incassate e il paesaggio è fruito per lo più dal fondovalle: la montagna è la gola fino a pochi chilometri dal passo accidentato, il pericolo che viene dall'alto, da luoghi sconosciuti e che non attraggono il visitatore.

Così l'Appennino, presente per l'abitante pedemontano come elemento del paesaggio domestico in termini di fondale (o viceversa belvedere), 'da vicino' viene fruito e memorizzato per lo più in termini di luogo chiuso e poco abitabile, intervallo 'forestiero' e sconosciuto tra paesi e paesaggi amici, dei quali invece si conoscono segni e modi dell'insediamento, dello stesso tipo se non del tutto simili tra i due versanti